Wednesday, July 11, 2007

Horoscop

Horoscop este un site unde puteti gasi un horoscop foarte bun si detaliat.Sunt multe site-urile ce ofera un horoscop zilnic, dar acesta le intrece pe toate.Cum intrati pe site va puteti da seama, gasi toate zodiile pe aceiasi pagina.Horoscop se incarca foate repede.

Monday, May 28, 2007

Musica

Musica, musica, musica.. Scrivete qui i vostri generi e le vostre canzoni preferite

Tuesday, April 17, 2007

Nou nOu Nou!!!

Ok totul este in regula merge

Thursday, September 28, 2006

TVUPlayer 2.2.1.21 Beta - FREE

Hy!
With TVUPlayer 2.2.1.21 Beta ( free software ) you can watch High Quality live television programs of all the world ..

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Free Download - TVUPlayer 2.2.1.21 Beta


Con tvuplayer (un programma gratuito) , puoi guardare la tv in alta definizione online.
(this is a Italian description)

Saturday, September 23, 2006

L'Illuminismo -

Il Secolo dei Lumi
L'Illuminismo fu un movimento culturale e filosofico che si diffuse in Europa dall'inizio del XVIII secolo fino alla Rivoluzione francese.

Nel periodo conosciuto come Età dell'Illuminismo, l'Europa del XVIII secolo fu testimone di notevoli cambiamenti culturali, caratterizzati da una perdita della fede nelle tradizionali sorgenti religiose di autorità e dalla conseguente esaltazione di idee e principi storicamente diffusi in Europa dal Cristianesimo in funzione proprio di polemica anticristiana, in quanto considerati come avulsi dalla loro origine religiosa: libertà, uguaglianza, fraternità (o fratellanza), diritti umani, scienza, pensiero razionale e autonomia del potere politico. Molti storici rilevano, infatti, una certa paradossalità della situazione.

Una delle influenze sull'Illuminismo consistette nei resoconti dei preti cattolici in Cina, che servirono come modello per un secolare despota illuminato.

Le sollevazioni dell'Età dei Lumi portarono direttamente alla Rivoluzione Americana così come alla Rivoluzione Francese e influenzarono significativamente la Rivoluzione industriale. Le idee dell'Illuminismo furono anche fortemente influenti nella stesura della Costituzione degli Stati Uniti e di quelle che seguirono, soprattutto negli stati europei.

L'Illuminismo fu anche segnato dal sorgere del capitalismo e dall'ampia disponibilità di materiale stampato. L'Encyclopédie francese, combinava articoli sul libero pensiero con informazione tecnologica.

Un'importante risposta all'Illuminismo all'interno della comunità ebraica europea fu il movimento Haskalah.

Il concetto di un singolo movimento di dimensioni europee può essere certamente sfidato nei dettagli: esso riflette un predominio culturale del pensiero francese. È infatti possibile analizzare diversi movimenti nazionali.

Il termine "Illuminismo" era usato dagli scrittori del tempo, convinti di provenire da un'epoca di oscurità e ignoranza e di dirigersi verso una nuova età, segnata dall’emancipazione dell'uomo e dai progressi della scienza sotto la guida dei "lumi" della ragione. L'Illuminismo ebbe come principali centri di diffusione l'Inghilterra e la Francia. L’Inghilterra era stato il Paese dove meglio si era affermato l’empirismo, un orientamento di pensiero filosofico che riconduceva la conoscenza all'esperienza dei sensi, negando l'esistenza di idee innate o di un pensiero a priori ("ciò che viene prima" ossia una conoscenza che si acquisisce prescindendo dall'esperienza, cioè mediante il solo ragionamento deduttivo). Tratti comuni alle dottrine empiriste sono l'attenzione per i dati empirici come si presentano nella percezione, l’uso del metodo induttivo rispetto a quello deduttivo, la riduzione dei concetti universali a semplici nomi o rappresentazioni mentali, l'antimetafisica, lo sperimentalismo. Dalla "filosofia sperimentale" dello scienziato inglese Newton gli illuministi assunsero una concezione del pensiero scientifico secondo la quale, la ragione umana, attenendosi all'esame dei fenomeni, procede verso i principi, fino a pervenire, come dimostrava la scoperta della legge della gravitazione universale, a un quadro unitario del mondo fisico. L'Illuminismo ebbe per precursori anche pensatori razionalisti come il francese Descartes, del quale i filosofi del XVIII secolo rifiutavano la pretesa di una conoscenza deduttiva derivante da idee innate e da principi noti a priori, ma facevano propria l'esigenza di "chiarezza e distinzione" delle idee, rifiutando il tradizionale principio d'autorità. Molti illuministi, rifiutando la metafisica, cercarono la conferma di una visione naturalistica e atea della realtà, propugnarono la tolleranza e polemizzarono contro le superstizioni e i pregiudizi. Sulla base di questi presupposti, non pochi autori e intellettuali teorizzarono un anticlericalismo e un attacco alla Chiesa, soprattutto quella cattolica, che, in non pochi casi, raggiunse livelli piuttosto pesanti. Nell'Illuminismo si incontrarono aspetti eterogenei, della filosofia e della cultura moderne, dalla rivoluzione scientifica avviata da Copernico e Galilei alle ripercussioni culturali indotte dalle esplorazioni geografiche, dal razionalismo di Descartes all'empirismo di Locke. L'Illuminismo fu portavoce del moderno spirito scientifico, che rifiutando l’autorità di Aristotele e della Bibbia rivendicò l'osservazione diretta dei fenomeni e l'uso autonomo della ragione. La fiducia nella ragione, coniugandosi con il modello sperimentale della scienza newtoniana, sembrava rendere possibile scoprire sia le leggi del mondo naturale, sia quelle dello sviluppo sociale. Si pensò allora che, usando saggiamente la ragione, sarebbe stato possibile un progresso indefinito della conoscenza, della tecnica e della morale.


Diffusione dell'Illuminismo

L’Illuminismo si diffuse rapidamente in Europa e nelle colonie nordamericane, ma la Francia enumerò molti spiriti eminenti. Il giurista e filosofo della politica Charles de Montesquieu, uno dei primi esponenti del movimento, esordì pubblicando scritti satirici contro le istituzioni contemporaneamente ad uno studio sulle istituzioni politiche, Lo spirito delle leggi (1748). A Parigi Denis Diderot, autore di numerosi trattati filosofici, incominciò la pubblicazione dell'Encyclopédie nel 1750, avvalendosi della collaborazione del matematico D'Alembert. Tale opera fu, non solo un compendio di conoscenze, ma anche un mezzo di diffusione dell’Illuminismo e di critica degli oppositori. Il più rappresentativo tra gli scrittori illuministi francesi fu Voltaire, che iniziò la sua carriera come drammaturgo e poeta e fu autore di pamphlets (opuscoli satirici e polemici), saggi, satire e racconti brevi nei quali divulgò la scienza e la filosofia della sua epoca. Il filosofo intrattenne inoltre una voluminosa corrispondenza con scrittori e sovrani europei. Gli scritti di Jean-Jacques Rousseau, come Il contratto sociale (1762), l'Emilio (1762) e le Confessioni (1782), esercitarono una profonda influenza sulle teorie politiche e pedagogiche del secolo seguente e diedero impulso al romanticismo ottocentesco. L'Illuminismo fu anche un movimento profondamente cosmopolita: pensatori di nazionalità diverse si sentirono accomunati da una profonda unità d’intenti, mantenendo stretti contatti epistolari fra loro. Furono illuministi italiani Pietro Verri e Cesare Beccaria in Italia, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson nelle colonie americane. Durante la prima metà del XVIII secolo, molti tra i principali esponenti dell'Illuminismo furono perseguitati per i loro scritti o furono messi a tacere dalla censura governativa e dagli attacchi della Chiesa, ma negli ultimi decenni del secolo, il movimento si affermò in Europa ed ispirò la rivoluzione americana. Il successo delle nuove idee, sorretto dalla pubblicazione di riviste e libri e da nuovi esperimenti scientifici inaugurò una moda diffusa persino tra i nobili e il clero. Alcuni sovrani europei adottarono le idee e il linguaggio dell'Illuminismo. Voltaire e altri illuministi, attratti dal concetto di filosofo-re che illumina il popolo dall'alto, guardarono con favore alla politica dei cosiddetti despoti illuminati, come Federico II di Prussia, Caterina II di Russia e Giuseppe II d'Austria. La Rivoluzione francese pose fine alla diffusione pacifica, ma talvolta anche solo elitaria, dell’Illuminismo e, per i suoi episodi più sanguinosi, gettò discredito sull'Illuminismo. La polemica romantica, agli inizi del XIX secolo, avversò la sottovalutazione delle tradizioni e della storia, la propensione per l'ateismo, indiscriminata esaltazione della razionalità. L’Illuminismo si diffuse fra ampi strati della popolazione preparando l’avvento dell’età contemporanea.


Precursori dell'Illuminismo

* Jean Meslier, curato di campagna che nel 1729 lasciò un testamento ateo
* Polish Brethren


Alcune figure importanti dell'Illuminismo

* Thomas Paine
* Jean le Rond d'Alembert
* Denis Diderot
* Edward Gibbon
* David Hume
* Thomas Jefferson
* Gotthold Lessing
* John Locke
* Montesquieu
* Isaac Newton
* Jean-Jacques Rousseau
* Adam Smith
* Baruch Spinoza
* Voltaire

Wednesday, September 20, 2006

INDICAZIONI PER LA REVISIONE DELLE RELAZIONI

Occorre sempre mettere una introduzione che deve contenere almeno tre paragrafi: a) il problema (o i problemi) che si intende affrontare nella relazione; b) la motivazione del lavoro di ricerca che viene presentato; c) la ripartizione della relazione

Occorre sempre mettere un capitolo di conclusione, ampio e articolato, ove si devono riassumere i risultati principali cui si è giunti.
Occorre assicurare la massima coerenza tra quanto scritto nella Introduzione e quanto scritto nelle conclusioni.

Prima di procedere ad affrontare un qualsiasi concetto che sia centrale per l'indagine svolta occorre definirlo in maniera esauriente; se necessario occorre discutere e approfondire i problemi di definizione incontrati (citando le varie fonti) in un paragrafo apposito.

I titoli delle varie parti (capitoli, paragrafi...) devono sempre essere indicativi del contenuto (evitare titoli fantasiosi, metaforici, ecc...).

L’indice presentato deve corrispondere rigorosamente ai capitoli e paragrafi, appendici, etc.. ; i titoli delle varie parti vanno fedelmente ripetuti nel testo.

Il testo va raggruppato (o spezzato) in unità elementari di significato (paragrafi) le quali iniziano con un rientro e si concludono con il “punto a capo” (un paragrafo può contenere parecchie proposizioni). I paragrafi possono essere lunghi anche mezza pagina. Ogni paragrafo deve comunicare al lettore un'idea fondamentale o un blocco unitario di informazioni.

Evitare di usare il “noi” (abbiamo detto, abbiamo trovato, abbiamo pensato...); usare uno stile impersonale.

Il dizionario posto in appendice deve contenere tutti i termini rilevanti e le definizioni devono essere esaurienti.

La cronologia deve contenere tutte le date rilevanti e deve essere esauriente.

Rispettare sempre rigorosamente le norme per la bibliografia (sistema “autore – data”).

Non usare mai il presente storico.

Evitare i toni retorici, enfatici, le domande retoriche, gli svolazzi...

Dove il testo è stato copiato letteralmente (e non sintetizzato), occorre sempre mettere le virgolette e citare la fonte (con il sistema “autore – data”, oppure mettendo le note a piè di pagina). Occorre sempre citare il testo di riferimento quando si enunciano teorie o interpretazioni di altri.

Mettere in nota a piè di pagina o in appendice tutto ciò che non è rigorosamente necessario allo sviluppo del discorso; evitare, in particolare, lungaggini, aneddoti, cronache, fatti e fatterelli che non siano essenziali.

Le norme tipografiche vanno rispettate rigorosamente:
– il testo va sempre giustificato (allineato sia a destra che a sinistra);
– le formattazioni e le spaziature tra titoli e testo devono essere uniformi (vedere esempi);
– mettere sempre i rientri all’inizio del paragrafo;
– i termini stranieri (non di uso comune) vanno in corsivo;
– la punteggiatura deve immediatamente seguire senza spazi l’ultima parola (così; non così ;)
– uniformare l’uso delle maiuscole per i termini storici, geografici, ecc..; uniformare lo stile per indicare le date, i secoli, ecc..
- onde evitare difformità, usare sempre il "times new roman" corpo 12 (vedere il modello sul sito)

Le pagine vanno numerate (sulla prima pagina non va scritta la numerazione).

Le eventuali illustrazioni devono essere pertinenti al discorso e devono essere messe in appendice; lo stesso dicasi per gli schemi (a meno che schemi e illustrazioni non siano commentati nel testo). Scartare le illustrazioni meramente ornamentali.

LE FASI DEL GRUPPO DI LAVORO - PER CONDURRE UNA RICERCA DI STORIA E FILOSOFIA

(la maggior parte dei consigli è adatta anche per ricerche di tipo individuale)

* Il gruppo di lavoro deve anzitutto nominare un Coordinatore (che dovrà saper riferire periodicamente sull'andamento del lavoro stesso)
* Occorre istituire una cartellina, conservata dal Coordinatore, (dove si raccoglieranno tutti i materiali del gruppo); nella cartellina occorre riunire i materiali di lavoro (che andranno costantemente aggiornati).
* Occorre realizzare una bibliografia (elenco dei testi cui si fa riferimento e dei siti Web utilizzati) che verrà costantemente aggiornata (verrà posta in appendice). Per la bibliografia occorre adottare rigorosamente le norme convenzionali.
* Occorre raccogliere le figure, gli schemi, le cartine (che verranno posti in appendice)
* Occorre realizzare una cronologia dei fatti principali cui si farà riferimento nella relazione (verrà posta in appendice).
* Realizzare un dizionario dei concetti fondamentali che si sono incontrati (e che verranno utilizzati nella relazione). Anche il dizionario verrà posto in appendice.
* Occorre raccogliere nella cartellina tutti i materiali reperiti (testi, appunti, articoli di enciclopedia, pagine e/o documenti reperiti sul Web) che verranno utilizzati per la stesura della relazione. I materiali devono essere a disposizione dei membri del gruppo.
* Nella cartellina deve anche trovare posto un elenco delle attività del gruppo (riunioni realizzate, visite in biblioteca, ricerche su Internet, sedute di elaborazione, ecc...); occorre anche tener nota dei problemi e delle difficoltà eventualmente incontrate.
* Occorre prendere nota degli aiuti ricevuti da terzi (andranno messi tra i ringraziamenti, di solito in coda all'introduzione).
* Dopo aver raccolto i materiali e averli esaminati (letti, studiati, riassunti) e dopo averli discussi con il gruppo, occorre stendere un elenco dei problemi cui si vuol dare una risposta (questi problemi - quelli scelti dal gruppo - troveranno posto nell'introduzione e verranno ripresi nella conclusione del lavoro).
* Avendo ben presenti i problemi cui si vuol dare soluzione, dopo aver riconsiderato in questa luce tutti i materiali raccolti, occorre stendere la scaletta dettagliata della relazione.
* La scaletta andrà discussa col docente e verrà comunque più volte riformulata.



* Dopo la definizione della scaletta può cominciare la stesura del testo, seguendo una struttura per paragrafi (ogni paragrafo deve avere il suo titolo).
* Occorre evitare di suddividere nettamente la stesura tra i vari membri del gruppo: tutti devono collaborare. una suddivisione troppo netta comporta inevitabilmente incongruenze nello sviluppo dell'argomentazione. Le bozze delle varie parti (che possono anche essere prodotte da singoli) devono essere corrette e discusse da tutti gli altri membri del gruppo.

La relazione di storia: consigli

Onde evitare perdite di tempo e ripetizioni, ho deciso di mettere per iscritto i consigli fondamentali per la stesura di una relazione di storia (e filosofia). Naturalmente quanto segue non è sufficiente a produrre una buona relazione; è sufficiente tuttavia a evitare gli errori più grossolani e più ricorrenti, sia nell’impostazione che nello stile.

Ambito di applicazione. Le considerazioni seguenti valgono strettamente per le relazioni di storia e, eventualmente, di filosofia (altri insegnanti di altre materie possono darvi, o avervi dato, consigli diversi, più adatti ad altri linguaggi settoriali; va considerato poi che l’arte dello scrivere è - appunto - un’arte, per cui esistono in merito opinioni anche assai diverse).

Orientamento generale. Anzitutto occorre convincersi che la lingua scritta (usata per gli scopi suddetti) è fondamentalmente diversa dalla lingua parlata: occorre convincersi che il motto "scrivi come parli" è una sciocchezza.

Occorre convincersi che scrivere è una tecnica che tutti possono imparare. Nessuno può diventare Manzoni o Leopardi attraverso la tecnica della scrittura, ma tutti possono acquisire uno stile chiaro, preciso, efficace. Non vale l’obiezione secondo cui "ciascuno ha il suo modo di scrivere", oppure la convinzione per cui tutte le espressioni, purché comprensibili, sarebbero da accettare come buone; neppure vale l’osservazione secondo cui certi espedienti comunicativi sono statisticamente diffusi, oppure usati sui giornali o in TV: qui ci occupiamo di un linguaggio settoriale che ha le sue regole precise. Uno stile di scrittura chiaro, preciso, efficace è indice di un pensiero chiaro, preciso, efficace.

Un errore fondamentale consiste nel credere che per scrivere occorra cominciare, per l’appunto, con lo scrivere: la stesura è l’ultima fase di un processo complesso di elaborazione. Pretendere di scrivere "di getto" è puro azzardo: quante volte il Manzoni ha riscritto i Promessi Sposi? Nella nostra cultura nazionale, piuttosto ampollosa e retorica, si dà invece spesso per scontato che scrivere significhi scrivere di getto (si scriverebbe - in altri termini - "per ispirazione"). Il risultato è spesso disastroso, soprattutto quando si tratti di produrre una relazione rigorosamente impostata.

Precisare gli obiettivi dell’indagine, raccogliere le informazioni, sistematizzarle, selezionarle; riflettere sulle informazioni raccolte, approfondire ulteriormente la ricerca, formulare ipotesi interpretative, produrre schemi, rassegne di opinioni, analisi critiche; e poi, ancora, realizzare progetti di stesura finale (indici, scalette...): tutte queste fasi sono necessarie e precedono la stesura. Uno scrittore decente impiega da un terzo a metà del tempo disponibile per raccogliere e sistematizzare le idee; il tempo rimanente può essere diviso equamente tra la stesura e la revisione (anche se spesso la revisione implica molto più tempo della stesura).

Il problema specifico. Una relazione deve essere organizzata attorno a un problema specifico (insisto: problema, non argomento! I problemi specifici possono essere affrontati e risolti in un numero finito di mosse; gli argomenti sono estensibili all’infinito - non arriverete mai alla fine di un argomento, l’argomento si dilaterà sotto i vostri occhi...). L’ampiezza della relazione deve essere commisurata al tipo di problema trattato. L’errore dilettantesco più comune consiste nel cercare di scrivere "brevi saggi sull’universo". Il problema trattato deve essere ben individuato e precisato; molto lavoro intellettuale va speso solitamente intorno alla definizione del problema. Occorre essere umili: non possiamo pretendere di trattare tutto: possiamo solo onestamente affrontare, al nostro meglio, piccoli problemi. Lavorando intorno a piccoli problemi si svilupperà una capacità artigianale che permetterà, col tempo, di ampliare via via la prospettiva. Un piccolo problema - se scelto bene - può contribuire a chiarire aspetti rilevanti della nostra conoscenza, o della nostra visione del mondo.

Struttura. La relazione deve avere una struttura interna riconoscibile: se non si presume di essere così bravi da inventare e imporre con successo una struttura originale, conviene scegliere una struttura semplice ed elementare: una introduzione generale (ove spiegare il problema che volete risolvere, l’importanza del problema specifico prescelto e spiegare l’articolazione del lavoro), un inquadramento del problema, uno sviluppo informativo e argomentativo (che costituirà il corpo del lavoro), una conclusione, cui si aggiungerà, in appendice, la documentazione. Occorre mettere sempre l'introduzione, le conclusioni, la bibliografia e l’indice.

Specifico per la storia.

La scrittura storica non consiste nella narrazione enciclopedica o manualistica degli eventi: la relazione di storia non è il corrispettivo di una interrogazione ove dovete far vedere che avete studiato e che sapete tante cose: quel che conta è la focalizzazione del problema che avete scelto di affrontare e lo sviluppo complessivo delle vostre argomentazioni fino alla conclusione.

Evitare di disseminare il testo di giudizi di valore o, peggio, di mescolare i vostri giudizi personali a quelli di altri. Ciò non significa che non dobbiate avere un vostro punto di vista o una vostra opinione: il vostro punto di vista emergerà (nella relazione) dal modo in cui presentate i fatti, ponete i problemi, discutete le interpretazioni fornite dagli storici, approfondite determinati aspetti piuttosto che altri, discutete e criticate i concetti usati, ecc...

Mantenersi a un livello intermedio di astrazione (adeguato al problema trattato), usare esemplificazioni e citare dati, all’occorrenza, di più basso livello di astrazione e inquadrare il tutto a livelli di astrazione generalmente più alti. Evitare assolutamente l’aggettivazione valutativa roboante. L’aggettivo e l’avverbio devono essere "soft". Mai dire "l’evento più importante del XIX secolo è sicuramente...". Mai usare il presente storico!

Attenzione alle argomentazioni lasciate in sospeso, senza conclusioni. O, peggio, alle chiacchiere vaganti, alle digressioni prive di senso.

Il paragrafo, questo sconosciuto! Occorre ricordare che l’unità fondamentale del testo non è la proposizione, bensì il paragrafo (il paragrafo è quella parte di testo compresa tra due rimandi a capo). Un paragrafo deve generalmente esprimere un contenuto dominante ben preciso (cioè: il lettore deve essere in grado di individuare facilmente il messaggio dominante contenuto nel paragrafo). Se non sapete mai quando andare a capo - o se andate a capo a caso - vuol dire che non avete uno schema chiaro in mente, non avete definito con chiarezza quello che volete scrivere. Il paragrafo deve essere composto di svariati periodi, possibilmente molto semplici (è sempre preferibile la paratassi).

Scelta dei termini. Talvolta si leggono relazioni ove alcuni termini (non solo intercalari) vengono ripetuti in maniera maniacale. Occorre prendere coscienza delle proprie (talora inconsce) ripetizioni maniacali. È desiderabile una scelta precisa dei vocaboli (pochi vocaboli, ma ben scelti): per questo occorre ricorrere sistematicamente al dizionario dei sinonimi e dei contrari. La precisione terminologica specifica (tutti i termini legati alle scienze dell’uomo) è indispensabile, per cui potete usare dizionari specializzati (reperibili in qualunque biblioteca). Una buona fonte è il "dizionario di educazione civica" in adozione. Sui manuali in adozione ugualmente sono presenti glossari e dizionari.

Citazioni. Il sistema più comodo per fare le citazioni è il sistema "autore-data". Funziona così: in fondo al testo si mette una bibliografia organizzata per autore e per anno di edizione. Più o meno organizzata in questo modo (ho scelto una serie di casi abbastanza complicati in modo che ciascuno possa ritrovare un esempio adatto alle proprie esigenze):

1989 Elster, Jon
Nuts and Bolts for the Social Sciences, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.: Come si studia la società, Il
Mulino, Bologna, 1993.

1982 Dawkins, R.
The Extended Phenotype, Oxford University Press, Oxford. Tr. it.: Il fenotipo esteso, Zanichelli, Bologna, 1982.

1992 Elster, Jon
Local Justice. How Institutions Allocate Scarce Goods and Necessary Burdens, Russel Sage Foundation, New York.
Tr. it.: Giustizia locale. Come le istituzioni assegnano i beni scarsi e gli oneri necessari, Feltrinelli, Milano, 1995.

1971 Keddie, N.
Classroom Knowledge, in Young, M. F. D. (a cura di), Knowlwdge and Control. NEw Directions for the Sociology of
Education, Collier - Macmillan, London. Tr. it.: Scuola e conoscenza, in Barbagli, Marzio (a cura di), Istruzione,
legittimazione e conflitto, Il Mulino, Bologna, 1972.

1978 Verba, Sidney & Nie, Norman H. & Kim, Jae-on
Participation and Political Equality. A Seven-Nation Comparison, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.:
Partecipazione e eguaglianza politica, Il Mulino, Bologna, 1987.

1989 Panebianco, Angelo (a cura di)
L'analisi della politica, Il Mulino, Bologna.

1994 Damasio, Antonio R.
Descartes' Error. Emotion, Reason, and the Human Brain, Antonio R. Damasio, M. D. Tr. it.: L'errore di
Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, Milano, 1995.

1993 Elster, Jon
Constitution-Making in Eastern Europe: Rebuilding the Boat in the Open Sea, in "Public Administration", LXXI. Tr. it.: Lo
studio dei processi costituenti: uno schema generale, in Zagrebelsky, Gustavo & Portinaro, Pier Paolo & Luter, Jorg (a
cura di), Il futuro della costituzione, Einaudi, Torino, 1996.

Quando si deve citare da un testo consultato, per abbreviare, si usa una formuletta in cui devono comparire gli estremi dell’autore, la data di edizione e la pagina della citazione. In questo modo, chiunque, andando a consultare la bibliografia in fondo alla relazione, può avere gli estremi completi del testo citato (per evitare rimandi a vuoto è necessario controllare che il riferimento usato sia effettivamente presente nella bibliografia). Più o meno il risultato si presenta così (con riferimento alla bibliografia riportata sopra):

... come si afferma in Panebianco (1989: 45) le teorie espresse dalla scuola politologica Tal dei Tali soffrono di evidente infondatezza argomentativa, come si evince dalle osservazioni presentate in Elster (1993: 134-138); d’altro canto siccome i limiti della razionalità impongono un ripensamento globale delle teorie della identità, è opportuno rifarsi a quanto sostenuto in Damasio (1994: 123 -126). Occorre segnalare che in Verba et al. (1978) erano già contenute molte critiche a simili impostazioni. A giudizio di chi scrive, si esagera decisamente quando si attribuisce...

Ovviamente il testo sucitato è puro parto della fantasia. Quando si indica in bibliografia la traduzione italiana, vuol dire che si è usata la traduzione - il titolo originale va comunque sempre citato (nelle relazioni per uso scolastico si potrebbe anche soprassedere a questa regola, ma è meglio abituarsi...) - e che le pagine indicate si riferiscono alla traduzione. Se si adopera questo sistema, si riduce notevolmente il ricorso alle note. Le note a piè pagina o in fondo al testo riguarderanno solo questioni di contenuto, approfondimenti, precisazioni, ecc..

Misure. Per una relazione scolastica su problemi storiografici specifici, cinque pagine dattiloscritte (spazio due) più indice e eventuali note e appendici sono più che sufficienti (NB: dovrete accumulare molto più materiale delle cinque pagine; cinque pagine si intendono come il distillato, la summa di quello che avete fatto). Per una relazione da presentare alla maturità dovrebbero essere sufficienti dalle 15 alle 20 pagine.

Suddivisione. È meglio (anche se si tratta di prassi controversa) suddividere in piccole parti tutta la materia (ogni parte deve avere un titolino, riportato anche in indice; ogni parte va suddivisa in paragrafi - vedi sopra). Consiglio di usare per la numerazione dei paragrafi e per l’indice il sistema "a numerini" indentati:

1. La triste vita del coccodrillo

1.1. La nascita
1.2 L’adolescenza
1.3 L’età adulta

2. L’etologia del coccodrillo

2.1 Le relazioni nel gruppo specifico
2.1.1. La riproduzione
2.1.2. La caccia
2.2 Le relazioni con le altre specie

3. Il coccodrillo nella cultura umanistica

3.1 Le credenze circa il pianto del coccodrillo
3.2 Il pianto del coccodrillo nella letteratura fantastica francese del secondo Trecento

Tabella di marcia. Quando si inizia a lavorare è bene formulare una tabella di marcia (con indicazione approssimativa dei tempi); la tabella di marcia:
a) scelta del problema; b) studio, approfondimento; c) formulazione della scaletta dettagliata del lavoro; d) prima stesura; e) seconda stesura; f) terza stesura (e così via fino a quella definitiva); consegna del lavoro.

Valutazione. Criteri di valutazione saranno: 1- aderenza formale al modello di relazione proposto e chiarezza espositiva; 2- coerenza dell’impianto argomentativo; 3- grado di approfondimento; 4- originalità.

Pallini. All’inizio del paragrafo indentare di alcune lettere. Tra la parola e la punteggiatura che segue non devono esserci spazi bianchi; lo stesso vale per le parole che hanno l’apostrofo davanti: "l’albero" e non "l’ albero". Usare "ad" solo davanti alla vocale "a", "ed" solo davanti a "e"! Mai usare le virgolette enfatiche tipo: il "novello" Stato americano era nato... Rifiutare tutti i modi di dire, le frasi di circostanza, le forme di "captatio benevolentiae". Eliminare i vari: essere, vedere, dare, tale, ... Attenzione rigorosa alle maiuscole: si scrive: l’Ottocento, la Rivoluzione francese, la dichiarazione di Indipendenza, il Nord dell’Italia, il Meridione, e così via... Evitare sempre tutti gli incisi del tipo: "come sappiamo", "come abbiamo studiato", "come è noto".
Per quanto riguarda l'aspetto esteriore della relazione, occorre adottare uno stile sobrio. Ciò significa evitare colori, disegni e disegnini ornamentali, cornicette o altro (indice di infantilismo). Il carattere non deve essere di grandezza eccessiva (12 punti) e deve essere assolutamente standard (il "times new roman" di Word va benissimo).

Accenti: à, ì, ò, ù hanno l’accento grave (tranne che nei libri Einaudi, dove si trovano i e u con accento acuto)
La "e" ha spesso l’accento grave (caffè, ahimè, cioè...), ma anche quello acuto: credé, ricevé, scimpanzé, testé, né (avverbio), sé (pron), perché, e i relativi composti, trentatré e simili, viceré e simili.

Onestà intellettuale In primo luogo copiare una relazione (o farsela fare) vi impedisce di esercitarvi nell’arte del lavoro intellettuale e della scrittura e vi porrà in condizioni di sempre maggior dipendenza. Copiare espone inoltre al rischio di essere scoperti. In secondo luogo, poiché nella comunità scientifica vige il costume del riconoscimento del debito intellettuale, occorre sempre riconoscere i riferimenti usati. In terzo luogo, quello che deve emergere dalla relazione è la vostra rielaborazione: la rielaborazione è solo vostra, mentre i riferimenti vanno riconosciuti con dettaglio e pignoleria. Citare troppo significa avere rielaborato poco, essere succubi della materia ingurgitata troppo in fretta; citare troppo poco significa essere presuntuosi.

Bibliografia
(Sono testi tutt'ora in commercio e facilmente reperibili)

M.L. Serafini, Come si scrive, Bompiani, Milano (consigliato).
M.L. Serafini, Come si studia, Bompiani, Milano.
M.L. Serfini, Come si fa un tema in classe, Bompiani, Milano (consigliato per la maturità).
U.Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano (libro piuttosto complesso, ma divertente; per appassionati; riguarda le materie umanistiche).
R.Lesina, Manuale di stile, Zanichelli, Bologna (La "Bibbia" del genere, per redattori).

Sunday, September 10, 2006

Metodi di studio e consigli per studiare meglio - Come prendere appunti


Ormai le vacanze sono finite. peccato passano sempre cosi.. che nemmeno te ne accorgi.. Perciò propongo in questa pagina(a quelli che ancora frequentano le medie.. il liceo..o l'università) Dei METODI DI STUDIO e consigli per studiare meglio.. Fatto questo non posso che augurarvi molto successo per l'inizio della "scuola".. ..





Un metodo per prendere appunti e per studiare

Spesso viene consigliato agli studenti americani il cosiddetto "metodo Cornell" di appuntazione. È un metodo che si dimostra piuttosto efficiente nell’organizzare gli appunti. Il metodo è di apprendimento piuttosto rapido e permette agli studenti di utilizzare comunque le abilita’ gia’ conseguite, con un minimo di aggiustamenti e di esercitazioni. Permette di essere utilizzato per prendere appunti durante le lezioni (seminari, conferenze o simili), oppure per prendere appunti dai libri, durante lo studio.

Occorre usare sempre fogli mobili di grandi dimensioni (meglio se a quadretti, con il quadretto di 0,5, con i fori per il raccoglitore); e' assolutamente necessario scrivere su una sola facciata del foglio (per permettere all'occorrenza di realizzare facilmente il "taglia e incolla" di tipo manuale).

Occorre dividere la pagina in due colonne (proporzione: un terzo e due terzi) e lasciare un consistente spazio in fondo. Nella colonna piu’ ampia vengono stesi gli appunti (vedi illustrazione).

Nella stesura occorre assolutamente evitare di trascrivere integralmente quanto viene detto dal relatore: non ci si riuscira' mai! Occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini, brevi frasi, collegate da segni grafici: in altri termini occorre schematizzare. Lo schema dovra' essere chiaro e comprensibile, anche a distanza di tempo.

E' conveniente usare un procedimento a indentazione: piu’ rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a sinistra, meno rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a destra (naturalmente occorre adottare dei criteri di rilevanza: occorre basarsi sulle proprie conoscenze pregresse, oppure essere abili nell’identificare i "segnali di rilevanza" del relatore, o dell’autore del libro che si sta studiando).

Gli spazi restanti vengono usati solo in fase di rielaborazione e di studio.

In fase di rielaborazione, rivedendo gli appunti, occorre distribuire nella colonna piu’ stretta (a sinistra) un indice degli argomenti principali (brevi titolini, magari a colori), evidenziare o trascrivere le parole chiave (concetti, definizioni), sintetizzare molto brevemente il contenuto, formulare brevi domande (la cui risposta si trovi negli appunti gia' presi).

In fase di studio, usando come traccia i contenuti sintetici della colonna di sinistra, dovrebbe essere possibile richiamare a memoria i contenuti degli appunti della parte destra, che andrebbero coperti con un foglio.

Nella striscia in fondo trovano posto le note, i commenti, i collegamenti, le riflessioni, le domande, ecc...

Se si ha pazienza di lavorare in questo modo, in breve tempo si disporra' di un raccoglitore, sempre in progressivo ampliamento, che tiene la memoria di tutte le lezioni ascoltate (o di tutti i testi letti), di tutte le rielaborazioni effettuate, di tutti i percorsi intellettuali sviluppati. In qualsiasi momento sara' possibile fare delle aggiunte (grazie ai fogli mobili) oppure delle ristrutturazioni: una scheda ormai troppo densa puo' essere divisa in due... Nel raccoglitore possono trovare posto anche fotocopie, disegni, schemi, glossari, resoconti di discussioni, ritagli di giornale concernenti l'argomento, ecc...

Seguiranno fra un po' anche i consigli su come fare una relazione .. ;)