mercoledì, luglio 11, 2007

Horoscop

Horoscop este un site unde puteti gasi un horoscop foarte bun si detaliat.Sunt multe site-urile ce ofera un horoscop zilnic, dar acesta le intrece pe toate.Cum intrati pe site va puteti da seama, gasi toate zodiile pe aceiasi pagina.Horoscop se incarca foate repede.

lunedì, maggio 28, 2007

Musica

Musica, musica, musica.. Scrivete qui i vostri generi e le vostre canzoni preferite

martedì, aprile 17, 2007

Nou nOu Nou!!!

Ok totul este in regula merge

giovedì, settembre 28, 2006

TVUPlayer 2.2.1.21 Beta - FREE

Hy!
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sabato, settembre 23, 2006

Illuminismo

L'Illuminismo, o "Età dei Lumi", è stato un movimento culturale e filosofico di grande rilevanza, diffuso in Europa dall'inizio del XVIII secolo fino alla Rivoluzione francese. Fu un periodo segnato da profondi cambiamenti culturali e sociali che trasformarono la visione del mondo e l'organizzazione della società occidentale, ponendo le basi per la modernità. L'Illuminismo si fondava su valori quali la libertà, l'uguaglianza, la fratellanza e l'autonomia del pensiero razionale, con una fiducia incrollabile nelle capacità umane di migliorare la propria condizione attraverso la ragione e la scienza. Questo movimento, pur nella sua complessità e nelle sue sfaccettature, ha lasciato un'impronta indelebile nella storia e nella cultura europea e mondiale.

Le Radici dell'Illuminismo: Un'Età di Cambiamenti e Contraddizioni

L'Illuminismo prese piede in un contesto caratterizzato da una crescente sfiducia nelle tradizionali fonti di autorità, come la Chiesa e la monarchia assoluta. Questo scetticismo nei confronti delle istituzioni dominanti era alimentato dalle scoperte scientifiche e dai successi del metodo sperimentale, che offrirono nuove prospettive per comprendere il mondo naturale. Le esplorazioni geografiche e le nuove conoscenze sul globo contribuirono a mettere in crisi le certezze consolidate, favorendo l'emergere di una visione più ampia e cosmopolita dell'umanità.

In questo periodo, gli intellettuali illuministi cercarono di affrancare l'umanità dalle tenebre dell'ignoranza e della superstizione. Essi criticarono apertamente il ruolo opprimente delle autorità religiose e politiche, e posero l'accento su concetti come la libertà individuale, i diritti umani e la necessità di una società giusta e razionale. Molti storici hanno sottolineato la paradossalità di alcuni aspetti dell'Illuminismo: da un lato, esso promuoveva valori come la libertà e l'uguaglianza, ma dall'altro non sempre riconosceva l'origine religiosa di alcuni di questi ideali, attaccandone invece le istituzioni di appartenenza.

Un esempio di come l'Illuminismo fosse anche un periodo di contraddizioni si ritrova nell'influenza che alcuni pensatori ricevettero dai resoconti dei preti cattolici in Cina. Questi resoconti descrivevano un sistema amministrativo avanzato che fu visto come un modello ideale di "despota illuminato", ovvero un sovrano in grado di guidare il proprio popolo attraverso l'applicazione della ragione e del progresso.

Influenze e Risonanza: L'Illuminismo e le Rivoluzioni

Le idee illuministe giocarono un ruolo fondamentale nel preparare il terreno per cambiamenti politici di vasta portata. Le rivoluzioni americana e francese furono profondamente influenzate dai principi dell'Illuminismo. La rivoluzione americana, in particolare, si basò su concetti di libertà e autodeterminazione, che furono sostenuti da pensatori come Thomas Jefferson e Benjamin Franklin. La Rivoluzione francese, dal canto suo, portò all'abbattimento dell'ancien régime e all'affermazione di ideali quali la libertà, l'uguaglianza e la fratellanza, che divennero lo slogan della Francia repubblicana.

L'Illuminismo influenzò inoltre il nascente capitalismo e favorì l'ampia diffusione della stampa, grazie all'incremento della produzione e circolazione di libri e riviste. Tra le opere più celebri dell'epoca vi è l'"Encyclopédie" francese, un'opera monumentale curata da Denis Diderot e Jean le Rond d'Alembert, che combinava articoli di libero pensiero con informazioni tecnologiche e scientifiche, diventando il simbolo del sapere illuminista e dello spirito critico del tempo.

Il movimento Haskalah rappresentò la risposta dell'Illuminismo all'interno della comunità ebraica europea. Questo movimento promuoveva l'integrazione della cultura ebraica nella società europea, sostenendo l'importanza dell'educazione e del progresso per migliorare la condizione degli ebrei, spesso emarginati dalla società dell'epoca.

Illuminismo e Capitalismo: Una Nuova Economia

L'Illuminismo coincise con la nascita del capitalismo moderno. L'importanza della razionalità e dell'efficienza, temi centrali dell'Illuminismo, influenzò anche l'organizzazione economica della società. Adam Smith, filosofo e economista scozzese, è considerato uno dei fondatori dell'economia politica e del pensiero capitalista. La sua opera "La ricchezza delle nazioni" (1776) espose i principi dell'economia di mercato, sostenendo che la ricerca del profitto individuale avrebbe, in ultima istanza, giovato all'intera comunità grazie all'azione di una "mano invisibile" che regolava il mercato.

Smith e altri pensatori illuministi, come David Hume, proposero un nuovo modello economico basato sull'idea che il benessere collettivo fosse il risultato di scelte individuali libere da interferenze esterne. Questi principi contribuirono alla nascita del liberalismo economico e divennero il fondamento teorico del capitalismo moderno, che si diffuse in tutta Europa e nelle colonie americane, diventando il sistema economico dominante del mondo contemporaneo.

L'Illuminismo Francese: Montesquieu, Voltaire, Rousseau

La Francia fu senza dubbio il centro nevralgico dell'Illuminismo, con un gran numero di pensatori di spicco che contribuirono allo sviluppo e alla diffusione delle idee illuministe. Tra questi, Montesquieu, Voltaire e Rousseau furono figure di rilievo.

Charles de Montesquieu, nel suo "Lo spirito delle leggi" (1748), sviluppò la teoria della separazione dei poteri, una delle idee più influenti dell'Illuminismo. Egli sostenne che il potere legislativo, esecutivo e giudiziario dovessero essere separati e bilanciati per prevenire abusi di potere, un principio che influenzò in modo significativo la Costituzione degli Stati Uniti e molte altre costituzioni moderne.

Voltaire fu uno degli scrittori e filosofi più prolifici e influenti dell'Illuminismo. Attraverso saggi, pamphlet e racconti brevi, come "Candido", egli criticò l'intolleranza, il fanatismo e la corruzione delle istituzioni religiose e politiche del suo tempo. Voltaire era un convinto sostenitore della tolleranza religiosa e del libero pensiero, e la sua opera contribuì a diffondere l'idea che il progresso fosse possibile solo grazie alla ragione e alla scienza.

Jean-Jacques Rousseau, invece, fu una figura più complessa e, per certi versi, in contrasto con gli altri illuministi. Nelle sue opere "Il contratto sociale" (1762) e "Emilio" (1762), Rousseau sviluppò una visione più radicale della società e dell'educazione. Egli sosteneva che la civiltà corrompesse la bontà naturale dell'uomo e propose un ritorno a una vita più semplice e vicina alla natura. Le sue idee sulla sovranità popolare ebbero un impatto significativo sulla Rivoluzione francese e sul pensiero politico successivo, influenzando anche il Romanticismo ottocentesco.

L'Illuminismo Italiano e le Colonie Americane

Anche in Italia, l'Illuminismo trovò espressione in pensatori come Pietro Verri e Cesare Beccaria. Beccaria, in particolare, è celebre per la sua opera "Dei delitti e delle pene" (1764), in cui criticò aspramente la tortura e la pena di morte, proponendo un sistema penale più umano e razionale. Le sue idee influenzarono profondamente le riforme giuridiche in tutta Europa e nelle colonie americane.

Nelle colonie americane, l'Illuminismo ispirò figure come Thomas Jefferson e Benjamin Franklin. Jefferson, autore della Dichiarazione di indipendenza americana, si ispirò ai principi di libertà e uguaglianza tipici dell'Illuminismo. Franklin, invece, fu un esempio del pragmatico spirito illuminista, con i suoi esperimenti scientifici e il suo impegno civile.

Il Fenomeno dei Despoti Illuminati

Un fenomeno peculiare dell'Illuminismo fu quello dei "despoti illuminati", sovrani che tentarono di applicare le idee illuministe alle loro politiche di governo, pur mantenendo il potere assoluto. Tra questi si possono citare Federico II di Prussia, Caterina II di Russia e Giuseppe II d'Austria. Questi sovrani adottarono riforme che miravano a modernizzare i loro stati, migliorare l'educazione, limitare il potere della Chiesa e promuovere la tolleranza religiosa. Tuttavia, il loro governo restava profondamente autoritario, e il loro interesse per le riforme era spesso limitato dalla necessità di mantenere il controllo politico.

Voltaire fu un sostenitore del concetto di "filosofo-re" e intrattenne una fitta corrispondenza con molti di questi sovrani, credendo che un monarca illuminato potesse rappresentare il mezzo più efficace per portare il progresso alla società. Tuttavia, l'idealizzazione dei despoti illuminati fu presto messa in discussione, specialmente durante la Rivoluzione francese, che mostrò come il potere assoluto potesse difficilmente essere conciliato con i valori di libertà e uguaglianza.

Critiche e Limiti dell'Illuminismo

L'Illuminismo non fu esente da critiche, sia durante il suo sviluppo che nei secoli successivi. Già nel XIX secolo, con l'avvento del Romanticismo, si sviluppò una reazione contro l'Illuminismo, accusato di avere una visione troppo razionalista e meccanicistica dell'essere umano e della società. I romantici sottolinearono l'importanza delle emozioni, della creatività e delle tradizioni, criticando l'Illuminismo per aver sottovalutato l'importanza della dimensione spirituale e irrazionale dell'uomo.

Inoltre, l'Illuminismo fu spesso accusato di essere elitario. Le sue idee erano in gran parte limitate a una cerchia ristretta di intellettuali e nobili, e solo lentamente riuscirono a diffondersi tra le classi più umili. Anche la condizione delle donne rimase sostanzialmente inalterata, con poche eccezioni, nonostante alcune voci come quella di Mary Wollstonecraft, che nel suo "A Vindication of the Rights of Woman" (1792) sostenne l'uguaglianza tra i sessi e il diritto all'educazione per le donne.

L'Eredità dell'Illuminismo

Nonostante le critiche, l'Illuminismo ebbe un impatto duraturo sulla storia e sulla cultura occidentale. I suoi principi di libertà, uguaglianza e razionalità continuarono a influenzare il pensiero politico e sociale nei secoli successivi, ponendo le basi per le democrazie moderne e per il progresso scientifico e tecnologico. La fiducia nell'autonomia della ragione e nella capacità dell'uomo di comprendere e migliorare il mondo rimane uno dei lasciti più significativi di questo movimento.

L'Illuminismo è stato anche il punto di partenza per lo sviluppo di una società più laica, in cui la separazione tra Stato e Chiesa divenne un principio fondamentale. Le idee di tolleranza religiosa e di diritti individuali hanno ispirato la creazione di costituzioni e la formulazione di diritti umani universali, che sono ancora oggi al centro delle nostre istituzioni democratiche.

Conclusione

Il Secolo dei Lumi ha rappresentato un momento di svolta nella storia dell'umanità. L'Illuminismo ha sfidato le vecchie autorità, ha promosso la libertà di pensiero e ha gettato le basi per molte delle conquiste politiche, sociali e scientifiche che caratterizzano il mondo moderno. Sebbene non privo di contraddizioni e limiti, il suo impatto è stato rivoluzionario e il suo spirito continua a vivere nelle aspirazioni di progresso e di giustizia della nostra società.

Da Montesquieu a Rousseau, da Voltaire a Beccaria, i pensatori illuministi hanno contribuito a forgiare un nuovo modo di intendere il mondo, basato sulla ragione, sull'uguaglianza e sulla ricerca del bene comune. Il loro contributo non è solo un capitolo della storia del pensiero, ma un'eredità che continua a influenzare le nostre vite e le nostre società, ricordandoci l'importanza della conoscenza, della tolleranza e della libertà.

mercoledì, settembre 20, 2006

INDICAZIONI PER LA REVISIONE DELLE RELAZIONI

Introduzione Questa guida fornisce indicazioni dettagliate per la revisione delle relazioni, con l'obiettivo di assicurare la coerenza, la chiarezza e la completezza delle informazioni. L'intento è aiutare studenti, ricercatori e professionisti a migliorare la qualità dei loro documenti, adottando un approccio strutturato che copra tutti gli aspetti cruciali della revisione, dalla verifica dell'introduzione alla coerenza delle conclusioni.

Problemi da Affrontare Il problema principale trattato in questa guida riguarda la necessità di revisionare relazioni in modo efficace, seguendo criteri precisi per garantire chiarezza, coerenza e completezza. Relazioni mal organizzate o con contenuti poco strutturati possono portare a una cattiva comprensione da parte del lettore, riducendo l'efficacia del lavoro. Questo problema è particolarmente evidente in contesti accademici o professionali, dove precisione e ordine dei dati sono essenziali.

Motivazione della Revisione La motivazione principale è fornire una guida chiara per la revisione di una relazione, con particolare attenzione alla struttura e ai dettagli tipografici e contenutistici che ne garantiscono la fruibilità. L'obiettivo è supportare studenti, ricercatori e professionisti nel migliorare documenti affinché rispettino le norme e comunichino in maniera efficace le informazioni e le idee. Una revisione ben fatta non è solo un lavoro di correzione, ma anche un mezzo per migliorare l'efficacia della comunicazione e dimostrare la validità delle proprie analisi.

Struttura della Guida Questa guida è suddivisa in più sezioni per garantire una trattazione completa dell'argomento. Verrà approfondito il concetto di "introduzione" e l'importanza di fornire una chiara definizione dei problemi e degli obiettivi. Successivamente, si esplorerà l'importanza della coerenza tra l'introduzione e le conclusioni e le modalità per raggiungerla durante la revisione. Poi, tratteremo le norme tipografiche e la corretta organizzazione dei contenuti, e infine offriremo una guida pratica per la revisione delle conclusioni. Le appendici includeranno esempi concreti, glossari e cronologie rilevanti.

Revisione dell'Introduzione e Definizione dei Problemi L'introduzione rappresenta una parte fondamentale di qualsiasi relazione. Essa deve illustrare chiaramente i problemi affrontati e motivare il lettore a proseguire. Durante la revisione, è importante assicurarsi che l'introduzione includa una descrizione accurata del contesto e delle questioni principali. Occorre chiarire perché l'argomento è importante, quali sono le domande cui si vuole rispondere e quali sono le motivazioni alla base del tema. Una corretta definizione dei termini chiave è fondamentale per evitare ambiguità e, se necessario, si possono citare fonti per arricchire la trattazione dei concetti complessi.

Coerenza tra Introduzione e Conclusioni Una buona relazione è coerente dall'inizio alla fine. Ciò significa che le conclusioni devono riprendere e rispondere alle problematiche e agli obiettivi enunciati nell'introduzione. Durante la revisione, è necessario verificare che ogni questione sollevata nell'introduzione trovi una risposta nelle conclusioni. La coerenza è fondamentale per garantire che il lettore percepisca il documento come un insieme armonico e strutturato. In questa sezione verranno forniti esempi di come collegare efficacemente le diverse parti di una relazione per ottenere una coerenza logica e strutturale.

Norme Tipografiche e Organizzazione del Testo Le norme tipografiche svolgono un ruolo cruciale nella presentazione di una relazione. Durante la revisione, è importante verificare che il testo sia giustificato, con titoli uniformi e una formattazione coerente. In questa sezione si affronteranno le principali regole tipografiche, come l'uso dei rientri, la formattazione dei titoli, l'impiego del corsivo per i termini stranieri e l'importanza di rispettare le norme per la punteggiatura. Inoltre, si discuterà dell'importanza di numerare le pagine e di organizzare il testo in paragrafi che comunichino idee chiare e coerenti.

Revisione delle Conclusioni Le conclusioni rappresentano la parte finale della relazione e devono sintetizzare i principali risultati raggiunti. Non si tratta semplicemente di ripetere quanto già detto, ma di fornire una visione d'insieme che consenta al lettore di comprendere il valore del lavoro svolto. Durante la revisione, è fondamentale verificare che le conclusioni riassumano efficacemente i punti trattati e offrano al lettore una chiara comprensione dei risultati. Verranno anche presentate le modalità per suggerire eventuali sviluppi futuri o ulteriori ricerche sull'argomento, assicurandosi che siano pertinenti e ben formulate.

Conclusioni La revisione di una relazione richiede attenzione sia al contenuto che alla forma. Ogni parte del testo, dall'introduzione alle conclusioni, deve essere coerente e rispettare le norme stilistiche e tipografiche definite. Solo seguendo queste linee guida è possibile creare un documento che non solo informi, ma anche convinca e coinvolga il lettore. La revisione è uno strumento potente per migliorare la qualità delle relazioni, e una buona struttura è essenziale per garantire che il messaggio arrivi chiaro ed efficace.

Appendici Le appendici di questa guida includeranno un glossario con le definizioni dei termini rilevanti, una cronologia degli eventi principali legati al tema trattato e alcuni esempi pratici di relazioni ben strutturate. Inoltre, verranno fornite note aggiuntive per approfondire concetti specifici che non sono strettamente necessari allo sviluppo del discorso principale, ma che possono essere utili per il lettore interessato ad approfondire ulteriormente.

LE FASI DEL GRUPPO DI LAVORO - PER CONDURRE UNA RICERCA DI STORIA E FILOSOFIA

(la maggior parte dei consigli è adatta anche per ricerche di tipo individuale)

* Il gruppo di lavoro deve anzitutto nominare un Coordinatore (che dovrà saper riferire periodicamente sull'andamento del lavoro stesso)
* Occorre istituire una cartellina, conservata dal Coordinatore, (dove si raccoglieranno tutti i materiali del gruppo); nella cartellina occorre riunire i materiali di lavoro (che andranno costantemente aggiornati).
* Occorre realizzare una bibliografia (elenco dei testi cui si fa riferimento e dei siti Web utilizzati) che verrà costantemente aggiornata (verrà posta in appendice). Per la bibliografia occorre adottare rigorosamente le norme convenzionali.
* Occorre raccogliere le figure, gli schemi, le cartine (che verranno posti in appendice)
* Occorre realizzare una cronologia dei fatti principali cui si farà riferimento nella relazione (verrà posta in appendice).
* Realizzare un dizionario dei concetti fondamentali che si sono incontrati (e che verranno utilizzati nella relazione). Anche il dizionario verrà posto in appendice.
* Occorre raccogliere nella cartellina tutti i materiali reperiti (testi, appunti, articoli di enciclopedia, pagine e/o documenti reperiti sul Web) che verranno utilizzati per la stesura della relazione. I materiali devono essere a disposizione dei membri del gruppo.
* Nella cartellina deve anche trovare posto un elenco delle attività del gruppo (riunioni realizzate, visite in biblioteca, ricerche su Internet, sedute di elaborazione, ecc...); occorre anche tener nota dei problemi e delle difficoltà eventualmente incontrate.
* Occorre prendere nota degli aiuti ricevuti da terzi (andranno messi tra i ringraziamenti, di solito in coda all'introduzione).
* Dopo aver raccolto i materiali e averli esaminati (letti, studiati, riassunti) e dopo averli discussi con il gruppo, occorre stendere un elenco dei problemi cui si vuol dare una risposta (questi problemi - quelli scelti dal gruppo - troveranno posto nell'introduzione e verranno ripresi nella conclusione del lavoro).
* Avendo ben presenti i problemi cui si vuol dare soluzione, dopo aver riconsiderato in questa luce tutti i materiali raccolti, occorre stendere la scaletta dettagliata della relazione.
* La scaletta andrà discussa col docente e verrà comunque più volte riformulata.



* Dopo la definizione della scaletta può cominciare la stesura del testo, seguendo una struttura per paragrafi (ogni paragrafo deve avere il suo titolo).
* Occorre evitare di suddividere nettamente la stesura tra i vari membri del gruppo: tutti devono collaborare. una suddivisione troppo netta comporta inevitabilmente incongruenze nello sviluppo dell'argomentazione. Le bozze delle varie parti (che possono anche essere prodotte da singoli) devono essere corrette e discusse da tutti gli altri membri del gruppo.

La relazione di storia: consigli

Onde evitare perdite di tempo e ripetizioni, ho deciso di mettere per iscritto i consigli fondamentali per la stesura di una relazione di storia (e filosofia). Naturalmente quanto segue non è sufficiente a produrre una buona relazione; è sufficiente tuttavia a evitare gli errori più grossolani e più ricorrenti, sia nell’impostazione che nello stile.

Ambito di applicazione. Le considerazioni seguenti valgono strettamente per le relazioni di storia e, eventualmente, di filosofia (altri insegnanti di altre materie possono darvi, o avervi dato, consigli diversi, più adatti ad altri linguaggi settoriali; va considerato poi che l’arte dello scrivere è - appunto - un’arte, per cui esistono in merito opinioni anche assai diverse).

Orientamento generale. Anzitutto occorre convincersi che la lingua scritta (usata per gli scopi suddetti) è fondamentalmente diversa dalla lingua parlata: occorre convincersi che il motto "scrivi come parli" è una sciocchezza.

Occorre convincersi che scrivere è una tecnica che tutti possono imparare. Nessuno può diventare Manzoni o Leopardi attraverso la tecnica della scrittura, ma tutti possono acquisire uno stile chiaro, preciso, efficace. Non vale l’obiezione secondo cui "ciascuno ha il suo modo di scrivere", oppure la convinzione per cui tutte le espressioni, purché comprensibili, sarebbero da accettare come buone; neppure vale l’osservazione secondo cui certi espedienti comunicativi sono statisticamente diffusi, oppure usati sui giornali o in TV: qui ci occupiamo di un linguaggio settoriale che ha le sue regole precise. Uno stile di scrittura chiaro, preciso, efficace è indice di un pensiero chiaro, preciso, efficace.

Un errore fondamentale consiste nel credere che per scrivere occorra cominciare, per l’appunto, con lo scrivere: la stesura è l’ultima fase di un processo complesso di elaborazione. Pretendere di scrivere "di getto" è puro azzardo: quante volte il Manzoni ha riscritto i Promessi Sposi? Nella nostra cultura nazionale, piuttosto ampollosa e retorica, si dà invece spesso per scontato che scrivere significhi scrivere di getto (si scriverebbe - in altri termini - "per ispirazione"). Il risultato è spesso disastroso, soprattutto quando si tratti di produrre una relazione rigorosamente impostata.

Precisare gli obiettivi dell’indagine, raccogliere le informazioni, sistematizzarle, selezionarle; riflettere sulle informazioni raccolte, approfondire ulteriormente la ricerca, formulare ipotesi interpretative, produrre schemi, rassegne di opinioni, analisi critiche; e poi, ancora, realizzare progetti di stesura finale (indici, scalette...): tutte queste fasi sono necessarie e precedono la stesura. Uno scrittore decente impiega da un terzo a metà del tempo disponibile per raccogliere e sistematizzare le idee; il tempo rimanente può essere diviso equamente tra la stesura e la revisione (anche se spesso la revisione implica molto più tempo della stesura).

Il problema specifico. Una relazione deve essere organizzata attorno a un problema specifico (insisto: problema, non argomento! I problemi specifici possono essere affrontati e risolti in un numero finito di mosse; gli argomenti sono estensibili all’infinito - non arriverete mai alla fine di un argomento, l’argomento si dilaterà sotto i vostri occhi...). L’ampiezza della relazione deve essere commisurata al tipo di problema trattato. L’errore dilettantesco più comune consiste nel cercare di scrivere "brevi saggi sull’universo". Il problema trattato deve essere ben individuato e precisato; molto lavoro intellettuale va speso solitamente intorno alla definizione del problema. Occorre essere umili: non possiamo pretendere di trattare tutto: possiamo solo onestamente affrontare, al nostro meglio, piccoli problemi. Lavorando intorno a piccoli problemi si svilupperà una capacità artigianale che permetterà, col tempo, di ampliare via via la prospettiva. Un piccolo problema - se scelto bene - può contribuire a chiarire aspetti rilevanti della nostra conoscenza, o della nostra visione del mondo.

Struttura. La relazione deve avere una struttura interna riconoscibile: se non si presume di essere così bravi da inventare e imporre con successo una struttura originale, conviene scegliere una struttura semplice ed elementare: una introduzione generale (ove spiegare il problema che volete risolvere, l’importanza del problema specifico prescelto e spiegare l’articolazione del lavoro), un inquadramento del problema, uno sviluppo informativo e argomentativo (che costituirà il corpo del lavoro), una conclusione, cui si aggiungerà, in appendice, la documentazione. Occorre mettere sempre l'introduzione, le conclusioni, la bibliografia e l’indice.

Specifico per la storia.

La scrittura storica non consiste nella narrazione enciclopedica o manualistica degli eventi: la relazione di storia non è il corrispettivo di una interrogazione ove dovete far vedere che avete studiato e che sapete tante cose: quel che conta è la focalizzazione del problema che avete scelto di affrontare e lo sviluppo complessivo delle vostre argomentazioni fino alla conclusione.

Evitare di disseminare il testo di giudizi di valore o, peggio, di mescolare i vostri giudizi personali a quelli di altri. Ciò non significa che non dobbiate avere un vostro punto di vista o una vostra opinione: il vostro punto di vista emergerà (nella relazione) dal modo in cui presentate i fatti, ponete i problemi, discutete le interpretazioni fornite dagli storici, approfondite determinati aspetti piuttosto che altri, discutete e criticate i concetti usati, ecc...

Mantenersi a un livello intermedio di astrazione (adeguato al problema trattato), usare esemplificazioni e citare dati, all’occorrenza, di più basso livello di astrazione e inquadrare il tutto a livelli di astrazione generalmente più alti. Evitare assolutamente l’aggettivazione valutativa roboante. L’aggettivo e l’avverbio devono essere "soft". Mai dire "l’evento più importante del XIX secolo è sicuramente...". Mai usare il presente storico!

Attenzione alle argomentazioni lasciate in sospeso, senza conclusioni. O, peggio, alle chiacchiere vaganti, alle digressioni prive di senso.

Il paragrafo, questo sconosciuto! Occorre ricordare che l’unità fondamentale del testo non è la proposizione, bensì il paragrafo (il paragrafo è quella parte di testo compresa tra due rimandi a capo). Un paragrafo deve generalmente esprimere un contenuto dominante ben preciso (cioè: il lettore deve essere in grado di individuare facilmente il messaggio dominante contenuto nel paragrafo). Se non sapete mai quando andare a capo - o se andate a capo a caso - vuol dire che non avete uno schema chiaro in mente, non avete definito con chiarezza quello che volete scrivere. Il paragrafo deve essere composto di svariati periodi, possibilmente molto semplici (è sempre preferibile la paratassi).

Scelta dei termini. Talvolta si leggono relazioni ove alcuni termini (non solo intercalari) vengono ripetuti in maniera maniacale. Occorre prendere coscienza delle proprie (talora inconsce) ripetizioni maniacali. È desiderabile una scelta precisa dei vocaboli (pochi vocaboli, ma ben scelti): per questo occorre ricorrere sistematicamente al dizionario dei sinonimi e dei contrari. La precisione terminologica specifica (tutti i termini legati alle scienze dell’uomo) è indispensabile, per cui potete usare dizionari specializzati (reperibili in qualunque biblioteca). Una buona fonte è il "dizionario di educazione civica" in adozione. Sui manuali in adozione ugualmente sono presenti glossari e dizionari.

Citazioni. Il sistema più comodo per fare le citazioni è il sistema "autore-data". Funziona così: in fondo al testo si mette una bibliografia organizzata per autore e per anno di edizione. Più o meno organizzata in questo modo (ho scelto una serie di casi abbastanza complicati in modo che ciascuno possa ritrovare un esempio adatto alle proprie esigenze):

1989 Elster, Jon
Nuts and Bolts for the Social Sciences, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.: Come si studia la società, Il
Mulino, Bologna, 1993.

1982 Dawkins, R.
The Extended Phenotype, Oxford University Press, Oxford. Tr. it.: Il fenotipo esteso, Zanichelli, Bologna, 1982.

1992 Elster, Jon
Local Justice. How Institutions Allocate Scarce Goods and Necessary Burdens, Russel Sage Foundation, New York.
Tr. it.: Giustizia locale. Come le istituzioni assegnano i beni scarsi e gli oneri necessari, Feltrinelli, Milano, 1995.

1971 Keddie, N.
Classroom Knowledge, in Young, M. F. D. (a cura di), Knowlwdge and Control. NEw Directions for the Sociology of
Education, Collier - Macmillan, London. Tr. it.: Scuola e conoscenza, in Barbagli, Marzio (a cura di), Istruzione,
legittimazione e conflitto, Il Mulino, Bologna, 1972.

1978 Verba, Sidney & Nie, Norman H. & Kim, Jae-on
Participation and Political Equality. A Seven-Nation Comparison, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.:
Partecipazione e eguaglianza politica, Il Mulino, Bologna, 1987.

1989 Panebianco, Angelo (a cura di)
L'analisi della politica, Il Mulino, Bologna.

1994 Damasio, Antonio R.
Descartes' Error. Emotion, Reason, and the Human Brain, Antonio R. Damasio, M. D. Tr. it.: L'errore di
Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, Milano, 1995.

1993 Elster, Jon
Constitution-Making in Eastern Europe: Rebuilding the Boat in the Open Sea, in "Public Administration", LXXI. Tr. it.: Lo
studio dei processi costituenti: uno schema generale, in Zagrebelsky, Gustavo & Portinaro, Pier Paolo & Luter, Jorg (a
cura di), Il futuro della costituzione, Einaudi, Torino, 1996.

Quando si deve citare da un testo consultato, per abbreviare, si usa una formuletta in cui devono comparire gli estremi dell’autore, la data di edizione e la pagina della citazione. In questo modo, chiunque, andando a consultare la bibliografia in fondo alla relazione, può avere gli estremi completi del testo citato (per evitare rimandi a vuoto è necessario controllare che il riferimento usato sia effettivamente presente nella bibliografia). Più o meno il risultato si presenta così (con riferimento alla bibliografia riportata sopra):

... come si afferma in Panebianco (1989: 45) le teorie espresse dalla scuola politologica Tal dei Tali soffrono di evidente infondatezza argomentativa, come si evince dalle osservazioni presentate in Elster (1993: 134-138); d’altro canto siccome i limiti della razionalità impongono un ripensamento globale delle teorie della identità, è opportuno rifarsi a quanto sostenuto in Damasio (1994: 123 -126). Occorre segnalare che in Verba et al. (1978) erano già contenute molte critiche a simili impostazioni. A giudizio di chi scrive, si esagera decisamente quando si attribuisce...

Ovviamente il testo sucitato è puro parto della fantasia. Quando si indica in bibliografia la traduzione italiana, vuol dire che si è usata la traduzione - il titolo originale va comunque sempre citato (nelle relazioni per uso scolastico si potrebbe anche soprassedere a questa regola, ma è meglio abituarsi...) - e che le pagine indicate si riferiscono alla traduzione. Se si adopera questo sistema, si riduce notevolmente il ricorso alle note. Le note a piè pagina o in fondo al testo riguarderanno solo questioni di contenuto, approfondimenti, precisazioni, ecc..

Misure. Per una relazione scolastica su problemi storiografici specifici, cinque pagine dattiloscritte (spazio due) più indice e eventuali note e appendici sono più che sufficienti (NB: dovrete accumulare molto più materiale delle cinque pagine; cinque pagine si intendono come il distillato, la summa di quello che avete fatto). Per una relazione da presentare alla maturità dovrebbero essere sufficienti dalle 15 alle 20 pagine.

Suddivisione. È meglio (anche se si tratta di prassi controversa) suddividere in piccole parti tutta la materia (ogni parte deve avere un titolino, riportato anche in indice; ogni parte va suddivisa in paragrafi - vedi sopra). Consiglio di usare per la numerazione dei paragrafi e per l’indice il sistema "a numerini" indentati:

1. La triste vita del coccodrillo

1.1. La nascita
1.2 L’adolescenza
1.3 L’età adulta

2. L’etologia del coccodrillo

2.1 Le relazioni nel gruppo specifico
2.1.1. La riproduzione
2.1.2. La caccia
2.2 Le relazioni con le altre specie

3. Il coccodrillo nella cultura umanistica

3.1 Le credenze circa il pianto del coccodrillo
3.2 Il pianto del coccodrillo nella letteratura fantastica francese del secondo Trecento

Tabella di marcia. Quando si inizia a lavorare è bene formulare una tabella di marcia (con indicazione approssimativa dei tempi); la tabella di marcia:
a) scelta del problema; b) studio, approfondimento; c) formulazione della scaletta dettagliata del lavoro; d) prima stesura; e) seconda stesura; f) terza stesura (e così via fino a quella definitiva); consegna del lavoro.

Valutazione. Criteri di valutazione saranno: 1- aderenza formale al modello di relazione proposto e chiarezza espositiva; 2- coerenza dell’impianto argomentativo; 3- grado di approfondimento; 4- originalità.

Pallini. All’inizio del paragrafo indentare di alcune lettere. Tra la parola e la punteggiatura che segue non devono esserci spazi bianchi; lo stesso vale per le parole che hanno l’apostrofo davanti: "l’albero" e non "l’ albero". Usare "ad" solo davanti alla vocale "a", "ed" solo davanti a "e"! Mai usare le virgolette enfatiche tipo: il "novello" Stato americano era nato... Rifiutare tutti i modi di dire, le frasi di circostanza, le forme di "captatio benevolentiae". Eliminare i vari: essere, vedere, dare, tale, ... Attenzione rigorosa alle maiuscole: si scrive: l’Ottocento, la Rivoluzione francese, la dichiarazione di Indipendenza, il Nord dell’Italia, il Meridione, e così via... Evitare sempre tutti gli incisi del tipo: "come sappiamo", "come abbiamo studiato", "come è noto".
Per quanto riguarda l'aspetto esteriore della relazione, occorre adottare uno stile sobrio. Ciò significa evitare colori, disegni e disegnini ornamentali, cornicette o altro (indice di infantilismo). Il carattere non deve essere di grandezza eccessiva (12 punti) e deve essere assolutamente standard (il "times new roman" di Word va benissimo).

Accenti: à, ì, ò, ù hanno l’accento grave (tranne che nei libri Einaudi, dove si trovano i e u con accento acuto)
La "e" ha spesso l’accento grave (caffè, ahimè, cioè...), ma anche quello acuto: credé, ricevé, scimpanzé, testé, né (avverbio), sé (pron), perché, e i relativi composti, trentatré e simili, viceré e simili.

Onestà intellettuale In primo luogo copiare una relazione (o farsela fare) vi impedisce di esercitarvi nell’arte del lavoro intellettuale e della scrittura e vi porrà in condizioni di sempre maggior dipendenza. Copiare espone inoltre al rischio di essere scoperti. In secondo luogo, poiché nella comunità scientifica vige il costume del riconoscimento del debito intellettuale, occorre sempre riconoscere i riferimenti usati. In terzo luogo, quello che deve emergere dalla relazione è la vostra rielaborazione: la rielaborazione è solo vostra, mentre i riferimenti vanno riconosciuti con dettaglio e pignoleria. Citare troppo significa avere rielaborato poco, essere succubi della materia ingurgitata troppo in fretta; citare troppo poco significa essere presuntuosi.

Bibliografia
(Sono testi tutt'ora in commercio e facilmente reperibili)

M.L. Serafini, Come si scrive, Bompiani, Milano (consigliato).
M.L. Serafini, Come si studia, Bompiani, Milano.
M.L. Serfini, Come si fa un tema in classe, Bompiani, Milano (consigliato per la maturità).
U.Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano (libro piuttosto complesso, ma divertente; per appassionati; riguarda le materie umanistiche).
R.Lesina, Manuale di stile, Zanichelli, Bologna (La "Bibbia" del genere, per redattori).

domenica, settembre 10, 2006

Metodi di studio e consigli per studiare meglio - Come prendere appunti


Ormai le vacanze sono finite. peccato passano sempre cosi.. che nemmeno te ne accorgi.. Perciò propongo in questa pagina(a quelli che ancora frequentano le medie.. il liceo..o l'università) Dei METODI DI STUDIO e consigli per studiare meglio.. Fatto questo non posso che augurarvi molto successo per l'inizio della "scuola".. ..





Un metodo per prendere appunti e per studiare

Spesso viene consigliato agli studenti americani il cosiddetto "metodo Cornell" di appuntazione. È un metodo che si dimostra piuttosto efficiente nell’organizzare gli appunti. Il metodo è di apprendimento piuttosto rapido e permette agli studenti di utilizzare comunque le abilita’ gia’ conseguite, con un minimo di aggiustamenti e di esercitazioni. Permette di essere utilizzato per prendere appunti durante le lezioni (seminari, conferenze o simili), oppure per prendere appunti dai libri, durante lo studio.

Occorre usare sempre fogli mobili di grandi dimensioni (meglio se a quadretti, con il quadretto di 0,5, con i fori per il raccoglitore); e' assolutamente necessario scrivere su una sola facciata del foglio (per permettere all'occorrenza di realizzare facilmente il "taglia e incolla" di tipo manuale).

Occorre dividere la pagina in due colonne (proporzione: un terzo e due terzi) e lasciare un consistente spazio in fondo. Nella colonna piu’ ampia vengono stesi gli appunti (vedi illustrazione).

Nella stesura occorre assolutamente evitare di trascrivere integralmente quanto viene detto dal relatore: non ci si riuscira' mai! Occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini, brevi frasi, collegate da segni grafici: in altri termini occorre schematizzare. Lo schema dovra' essere chiaro e comprensibile, anche a distanza di tempo.

E' conveniente usare un procedimento a indentazione: piu’ rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a sinistra, meno rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a destra (naturalmente occorre adottare dei criteri di rilevanza: occorre basarsi sulle proprie conoscenze pregresse, oppure essere abili nell’identificare i "segnali di rilevanza" del relatore, o dell’autore del libro che si sta studiando).

Gli spazi restanti vengono usati solo in fase di rielaborazione e di studio.

In fase di rielaborazione, rivedendo gli appunti, occorre distribuire nella colonna piu’ stretta (a sinistra) un indice degli argomenti principali (brevi titolini, magari a colori), evidenziare o trascrivere le parole chiave (concetti, definizioni), sintetizzare molto brevemente il contenuto, formulare brevi domande (la cui risposta si trovi negli appunti gia' presi).

In fase di studio, usando come traccia i contenuti sintetici della colonna di sinistra, dovrebbe essere possibile richiamare a memoria i contenuti degli appunti della parte destra, che andrebbero coperti con un foglio.

Nella striscia in fondo trovano posto le note, i commenti, i collegamenti, le riflessioni, le domande, ecc...

Se si ha pazienza di lavorare in questo modo, in breve tempo si disporra' di un raccoglitore, sempre in progressivo ampliamento, che tiene la memoria di tutte le lezioni ascoltate (o di tutti i testi letti), di tutte le rielaborazioni effettuate, di tutti i percorsi intellettuali sviluppati. In qualsiasi momento sara' possibile fare delle aggiunte (grazie ai fogli mobili) oppure delle ristrutturazioni: una scheda ormai troppo densa puo' essere divisa in due... Nel raccoglitore possono trovare posto anche fotocopie, disegni, schemi, glossari, resoconti di discussioni, ritagli di giornale concernenti l'argomento, ecc...

Seguiranno fra un po' anche i consigli su come fare una relazione .. ;)