Thursday, September 28, 2006

TVUPlayer 2.2.1.21 Beta - FREE

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Saturday, September 23, 2006

L'Illuminismo -

Il Secolo dei Lumi
L'Illuminismo fu un movimento culturale e filosofico che si diffuse in Europa dall'inizio del XVIII secolo fino alla Rivoluzione francese.

Nel periodo conosciuto come Età dell'Illuminismo, l'Europa del XVIII secolo fu testimone di notevoli cambiamenti culturali, caratterizzati da una perdita della fede nelle tradizionali sorgenti religiose di autorità e dalla conseguente esaltazione di idee e principi storicamente diffusi in Europa dal Cristianesimo in funzione proprio di polemica anticristiana, in quanto considerati come avulsi dalla loro origine religiosa: libertà, uguaglianza, fraternità (o fratellanza), diritti umani, scienza, pensiero razionale e autonomia del potere politico. Molti storici rilevano, infatti, una certa paradossalità della situazione.

Una delle influenze sull'Illuminismo consistette nei resoconti dei preti cattolici in Cina, che servirono come modello per un secolare despota illuminato.

Le sollevazioni dell'Età dei Lumi portarono direttamente alla Rivoluzione Americana così come alla Rivoluzione Francese e influenzarono significativamente la Rivoluzione industriale. Le idee dell'Illuminismo furono anche fortemente influenti nella stesura della Costituzione degli Stati Uniti e di quelle che seguirono, soprattutto negli stati europei.

L'Illuminismo fu anche segnato dal sorgere del capitalismo e dall'ampia disponibilità di materiale stampato. L'Encyclopédie francese, combinava articoli sul libero pensiero con informazione tecnologica.

Un'importante risposta all'Illuminismo all'interno della comunità ebraica europea fu il movimento Haskalah.

Il concetto di un singolo movimento di dimensioni europee può essere certamente sfidato nei dettagli: esso riflette un predominio culturale del pensiero francese. È infatti possibile analizzare diversi movimenti nazionali.

Il termine "Illuminismo" era usato dagli scrittori del tempo, convinti di provenire da un'epoca di oscurità e ignoranza e di dirigersi verso una nuova età, segnata dall’emancipazione dell'uomo e dai progressi della scienza sotto la guida dei "lumi" della ragione. L'Illuminismo ebbe come principali centri di diffusione l'Inghilterra e la Francia. L’Inghilterra era stato il Paese dove meglio si era affermato l’empirismo, un orientamento di pensiero filosofico che riconduceva la conoscenza all'esperienza dei sensi, negando l'esistenza di idee innate o di un pensiero a priori ("ciò che viene prima" ossia una conoscenza che si acquisisce prescindendo dall'esperienza, cioè mediante il solo ragionamento deduttivo). Tratti comuni alle dottrine empiriste sono l'attenzione per i dati empirici come si presentano nella percezione, l’uso del metodo induttivo rispetto a quello deduttivo, la riduzione dei concetti universali a semplici nomi o rappresentazioni mentali, l'antimetafisica, lo sperimentalismo. Dalla "filosofia sperimentale" dello scienziato inglese Newton gli illuministi assunsero una concezione del pensiero scientifico secondo la quale, la ragione umana, attenendosi all'esame dei fenomeni, procede verso i principi, fino a pervenire, come dimostrava la scoperta della legge della gravitazione universale, a un quadro unitario del mondo fisico. L'Illuminismo ebbe per precursori anche pensatori razionalisti come il francese Descartes, del quale i filosofi del XVIII secolo rifiutavano la pretesa di una conoscenza deduttiva derivante da idee innate e da principi noti a priori, ma facevano propria l'esigenza di "chiarezza e distinzione" delle idee, rifiutando il tradizionale principio d'autorità. Molti illuministi, rifiutando la metafisica, cercarono la conferma di una visione naturalistica e atea della realtà, propugnarono la tolleranza e polemizzarono contro le superstizioni e i pregiudizi. Sulla base di questi presupposti, non pochi autori e intellettuali teorizzarono un anticlericalismo e un attacco alla Chiesa, soprattutto quella cattolica, che, in non pochi casi, raggiunse livelli piuttosto pesanti. Nell'Illuminismo si incontrarono aspetti eterogenei, della filosofia e della cultura moderne, dalla rivoluzione scientifica avviata da Copernico e Galilei alle ripercussioni culturali indotte dalle esplorazioni geografiche, dal razionalismo di Descartes all'empirismo di Locke. L'Illuminismo fu portavoce del moderno spirito scientifico, che rifiutando l’autorità di Aristotele e della Bibbia rivendicò l'osservazione diretta dei fenomeni e l'uso autonomo della ragione. La fiducia nella ragione, coniugandosi con il modello sperimentale della scienza newtoniana, sembrava rendere possibile scoprire sia le leggi del mondo naturale, sia quelle dello sviluppo sociale. Si pensò allora che, usando saggiamente la ragione, sarebbe stato possibile un progresso indefinito della conoscenza, della tecnica e della morale.


Diffusione dell'Illuminismo

L’Illuminismo si diffuse rapidamente in Europa e nelle colonie nordamericane, ma la Francia enumerò molti spiriti eminenti. Il giurista e filosofo della politica Charles de Montesquieu, uno dei primi esponenti del movimento, esordì pubblicando scritti satirici contro le istituzioni contemporaneamente ad uno studio sulle istituzioni politiche, Lo spirito delle leggi (1748). A Parigi Denis Diderot, autore di numerosi trattati filosofici, incominciò la pubblicazione dell'Encyclopédie nel 1750, avvalendosi della collaborazione del matematico D'Alembert. Tale opera fu, non solo un compendio di conoscenze, ma anche un mezzo di diffusione dell’Illuminismo e di critica degli oppositori. Il più rappresentativo tra gli scrittori illuministi francesi fu Voltaire, che iniziò la sua carriera come drammaturgo e poeta e fu autore di pamphlets (opuscoli satirici e polemici), saggi, satire e racconti brevi nei quali divulgò la scienza e la filosofia della sua epoca. Il filosofo intrattenne inoltre una voluminosa corrispondenza con scrittori e sovrani europei. Gli scritti di Jean-Jacques Rousseau, come Il contratto sociale (1762), l'Emilio (1762) e le Confessioni (1782), esercitarono una profonda influenza sulle teorie politiche e pedagogiche del secolo seguente e diedero impulso al romanticismo ottocentesco. L'Illuminismo fu anche un movimento profondamente cosmopolita: pensatori di nazionalità diverse si sentirono accomunati da una profonda unità d’intenti, mantenendo stretti contatti epistolari fra loro. Furono illuministi italiani Pietro Verri e Cesare Beccaria in Italia, Benjamin Franklin e Thomas Jefferson nelle colonie americane. Durante la prima metà del XVIII secolo, molti tra i principali esponenti dell'Illuminismo furono perseguitati per i loro scritti o furono messi a tacere dalla censura governativa e dagli attacchi della Chiesa, ma negli ultimi decenni del secolo, il movimento si affermò in Europa ed ispirò la rivoluzione americana. Il successo delle nuove idee, sorretto dalla pubblicazione di riviste e libri e da nuovi esperimenti scientifici inaugurò una moda diffusa persino tra i nobili e il clero. Alcuni sovrani europei adottarono le idee e il linguaggio dell'Illuminismo. Voltaire e altri illuministi, attratti dal concetto di filosofo-re che illumina il popolo dall'alto, guardarono con favore alla politica dei cosiddetti despoti illuminati, come Federico II di Prussia, Caterina II di Russia e Giuseppe II d'Austria. La Rivoluzione francese pose fine alla diffusione pacifica, ma talvolta anche solo elitaria, dell’Illuminismo e, per i suoi episodi più sanguinosi, gettò discredito sull'Illuminismo. La polemica romantica, agli inizi del XIX secolo, avversò la sottovalutazione delle tradizioni e della storia, la propensione per l'ateismo, indiscriminata esaltazione della razionalità. L’Illuminismo si diffuse fra ampi strati della popolazione preparando l’avvento dell’età contemporanea.


Precursori dell'Illuminismo

* Jean Meslier, curato di campagna che nel 1729 lasciò un testamento ateo
* Polish Brethren


Alcune figure importanti dell'Illuminismo

* Thomas Paine
* Jean le Rond d'Alembert
* Denis Diderot
* Edward Gibbon
* David Hume
* Thomas Jefferson
* Gotthold Lessing
* John Locke
* Montesquieu
* Isaac Newton
* Jean-Jacques Rousseau
* Adam Smith
* Baruch Spinoza
* Voltaire

Wednesday, September 20, 2006

INDICAZIONI PER LA REVISIONE DELLE RELAZIONI

Occorre sempre mettere una introduzione che deve contenere almeno tre paragrafi: a) il problema (o i problemi) che si intende affrontare nella relazione; b) la motivazione del lavoro di ricerca che viene presentato; c) la ripartizione della relazione

Occorre sempre mettere un capitolo di conclusione, ampio e articolato, ove si devono riassumere i risultati principali cui si è giunti.
Occorre assicurare la massima coerenza tra quanto scritto nella Introduzione e quanto scritto nelle conclusioni.

Prima di procedere ad affrontare un qualsiasi concetto che sia centrale per l'indagine svolta occorre definirlo in maniera esauriente; se necessario occorre discutere e approfondire i problemi di definizione incontrati (citando le varie fonti) in un paragrafo apposito.

I titoli delle varie parti (capitoli, paragrafi...) devono sempre essere indicativi del contenuto (evitare titoli fantasiosi, metaforici, ecc...).

L’indice presentato deve corrispondere rigorosamente ai capitoli e paragrafi, appendici, etc.. ; i titoli delle varie parti vanno fedelmente ripetuti nel testo.

Il testo va raggruppato (o spezzato) in unità elementari di significato (paragrafi) le quali iniziano con un rientro e si concludono con il “punto a capo” (un paragrafo può contenere parecchie proposizioni). I paragrafi possono essere lunghi anche mezza pagina. Ogni paragrafo deve comunicare al lettore un'idea fondamentale o un blocco unitario di informazioni.

Evitare di usare il “noi” (abbiamo detto, abbiamo trovato, abbiamo pensato...); usare uno stile impersonale.

Il dizionario posto in appendice deve contenere tutti i termini rilevanti e le definizioni devono essere esaurienti.

La cronologia deve contenere tutte le date rilevanti e deve essere esauriente.

Rispettare sempre rigorosamente le norme per la bibliografia (sistema “autore – data”).

Non usare mai il presente storico.

Evitare i toni retorici, enfatici, le domande retoriche, gli svolazzi...

Dove il testo è stato copiato letteralmente (e non sintetizzato), occorre sempre mettere le virgolette e citare la fonte (con il sistema “autore – data”, oppure mettendo le note a piè di pagina). Occorre sempre citare il testo di riferimento quando si enunciano teorie o interpretazioni di altri.

Mettere in nota a piè di pagina o in appendice tutto ciò che non è rigorosamente necessario allo sviluppo del discorso; evitare, in particolare, lungaggini, aneddoti, cronache, fatti e fatterelli che non siano essenziali.

Le norme tipografiche vanno rispettate rigorosamente:
– il testo va sempre giustificato (allineato sia a destra che a sinistra);
– le formattazioni e le spaziature tra titoli e testo devono essere uniformi (vedere esempi);
– mettere sempre i rientri all’inizio del paragrafo;
– i termini stranieri (non di uso comune) vanno in corsivo;
– la punteggiatura deve immediatamente seguire senza spazi l’ultima parola (così; non così ;)
– uniformare l’uso delle maiuscole per i termini storici, geografici, ecc..; uniformare lo stile per indicare le date, i secoli, ecc..
- onde evitare difformità, usare sempre il "times new roman" corpo 12 (vedere il modello sul sito)

Le pagine vanno numerate (sulla prima pagina non va scritta la numerazione).

Le eventuali illustrazioni devono essere pertinenti al discorso e devono essere messe in appendice; lo stesso dicasi per gli schemi (a meno che schemi e illustrazioni non siano commentati nel testo). Scartare le illustrazioni meramente ornamentali.

LE FASI DEL GRUPPO DI LAVORO - PER CONDURRE UNA RICERCA DI STORIA E FILOSOFIA

(la maggior parte dei consigli è adatta anche per ricerche di tipo individuale)

* Il gruppo di lavoro deve anzitutto nominare un Coordinatore (che dovrà saper riferire periodicamente sull'andamento del lavoro stesso)
* Occorre istituire una cartellina, conservata dal Coordinatore, (dove si raccoglieranno tutti i materiali del gruppo); nella cartellina occorre riunire i materiali di lavoro (che andranno costantemente aggiornati).
* Occorre realizzare una bibliografia (elenco dei testi cui si fa riferimento e dei siti Web utilizzati) che verrà costantemente aggiornata (verrà posta in appendice). Per la bibliografia occorre adottare rigorosamente le norme convenzionali.
* Occorre raccogliere le figure, gli schemi, le cartine (che verranno posti in appendice)
* Occorre realizzare una cronologia dei fatti principali cui si farà riferimento nella relazione (verrà posta in appendice).
* Realizzare un dizionario dei concetti fondamentali che si sono incontrati (e che verranno utilizzati nella relazione). Anche il dizionario verrà posto in appendice.
* Occorre raccogliere nella cartellina tutti i materiali reperiti (testi, appunti, articoli di enciclopedia, pagine e/o documenti reperiti sul Web) che verranno utilizzati per la stesura della relazione. I materiali devono essere a disposizione dei membri del gruppo.
* Nella cartellina deve anche trovare posto un elenco delle attività del gruppo (riunioni realizzate, visite in biblioteca, ricerche su Internet, sedute di elaborazione, ecc...); occorre anche tener nota dei problemi e delle difficoltà eventualmente incontrate.
* Occorre prendere nota degli aiuti ricevuti da terzi (andranno messi tra i ringraziamenti, di solito in coda all'introduzione).
* Dopo aver raccolto i materiali e averli esaminati (letti, studiati, riassunti) e dopo averli discussi con il gruppo, occorre stendere un elenco dei problemi cui si vuol dare una risposta (questi problemi - quelli scelti dal gruppo - troveranno posto nell'introduzione e verranno ripresi nella conclusione del lavoro).
* Avendo ben presenti i problemi cui si vuol dare soluzione, dopo aver riconsiderato in questa luce tutti i materiali raccolti, occorre stendere la scaletta dettagliata della relazione.
* La scaletta andrà discussa col docente e verrà comunque più volte riformulata.



* Dopo la definizione della scaletta può cominciare la stesura del testo, seguendo una struttura per paragrafi (ogni paragrafo deve avere il suo titolo).
* Occorre evitare di suddividere nettamente la stesura tra i vari membri del gruppo: tutti devono collaborare. una suddivisione troppo netta comporta inevitabilmente incongruenze nello sviluppo dell'argomentazione. Le bozze delle varie parti (che possono anche essere prodotte da singoli) devono essere corrette e discusse da tutti gli altri membri del gruppo.

La relazione di storia: consigli

Onde evitare perdite di tempo e ripetizioni, ho deciso di mettere per iscritto i consigli fondamentali per la stesura di una relazione di storia (e filosofia). Naturalmente quanto segue non è sufficiente a produrre una buona relazione; è sufficiente tuttavia a evitare gli errori più grossolani e più ricorrenti, sia nell’impostazione che nello stile.

Ambito di applicazione. Le considerazioni seguenti valgono strettamente per le relazioni di storia e, eventualmente, di filosofia (altri insegnanti di altre materie possono darvi, o avervi dato, consigli diversi, più adatti ad altri linguaggi settoriali; va considerato poi che l’arte dello scrivere è - appunto - un’arte, per cui esistono in merito opinioni anche assai diverse).

Orientamento generale. Anzitutto occorre convincersi che la lingua scritta (usata per gli scopi suddetti) è fondamentalmente diversa dalla lingua parlata: occorre convincersi che il motto "scrivi come parli" è una sciocchezza.

Occorre convincersi che scrivere è una tecnica che tutti possono imparare. Nessuno può diventare Manzoni o Leopardi attraverso la tecnica della scrittura, ma tutti possono acquisire uno stile chiaro, preciso, efficace. Non vale l’obiezione secondo cui "ciascuno ha il suo modo di scrivere", oppure la convinzione per cui tutte le espressioni, purché comprensibili, sarebbero da accettare come buone; neppure vale l’osservazione secondo cui certi espedienti comunicativi sono statisticamente diffusi, oppure usati sui giornali o in TV: qui ci occupiamo di un linguaggio settoriale che ha le sue regole precise. Uno stile di scrittura chiaro, preciso, efficace è indice di un pensiero chiaro, preciso, efficace.

Un errore fondamentale consiste nel credere che per scrivere occorra cominciare, per l’appunto, con lo scrivere: la stesura è l’ultima fase di un processo complesso di elaborazione. Pretendere di scrivere "di getto" è puro azzardo: quante volte il Manzoni ha riscritto i Promessi Sposi? Nella nostra cultura nazionale, piuttosto ampollosa e retorica, si dà invece spesso per scontato che scrivere significhi scrivere di getto (si scriverebbe - in altri termini - "per ispirazione"). Il risultato è spesso disastroso, soprattutto quando si tratti di produrre una relazione rigorosamente impostata.

Precisare gli obiettivi dell’indagine, raccogliere le informazioni, sistematizzarle, selezionarle; riflettere sulle informazioni raccolte, approfondire ulteriormente la ricerca, formulare ipotesi interpretative, produrre schemi, rassegne di opinioni, analisi critiche; e poi, ancora, realizzare progetti di stesura finale (indici, scalette...): tutte queste fasi sono necessarie e precedono la stesura. Uno scrittore decente impiega da un terzo a metà del tempo disponibile per raccogliere e sistematizzare le idee; il tempo rimanente può essere diviso equamente tra la stesura e la revisione (anche se spesso la revisione implica molto più tempo della stesura).

Il problema specifico. Una relazione deve essere organizzata attorno a un problema specifico (insisto: problema, non argomento! I problemi specifici possono essere affrontati e risolti in un numero finito di mosse; gli argomenti sono estensibili all’infinito - non arriverete mai alla fine di un argomento, l’argomento si dilaterà sotto i vostri occhi...). L’ampiezza della relazione deve essere commisurata al tipo di problema trattato. L’errore dilettantesco più comune consiste nel cercare di scrivere "brevi saggi sull’universo". Il problema trattato deve essere ben individuato e precisato; molto lavoro intellettuale va speso solitamente intorno alla definizione del problema. Occorre essere umili: non possiamo pretendere di trattare tutto: possiamo solo onestamente affrontare, al nostro meglio, piccoli problemi. Lavorando intorno a piccoli problemi si svilupperà una capacità artigianale che permetterà, col tempo, di ampliare via via la prospettiva. Un piccolo problema - se scelto bene - può contribuire a chiarire aspetti rilevanti della nostra conoscenza, o della nostra visione del mondo.

Struttura. La relazione deve avere una struttura interna riconoscibile: se non si presume di essere così bravi da inventare e imporre con successo una struttura originale, conviene scegliere una struttura semplice ed elementare: una introduzione generale (ove spiegare il problema che volete risolvere, l’importanza del problema specifico prescelto e spiegare l’articolazione del lavoro), un inquadramento del problema, uno sviluppo informativo e argomentativo (che costituirà il corpo del lavoro), una conclusione, cui si aggiungerà, in appendice, la documentazione. Occorre mettere sempre l'introduzione, le conclusioni, la bibliografia e l’indice.

Specifico per la storia.

La scrittura storica non consiste nella narrazione enciclopedica o manualistica degli eventi: la relazione di storia non è il corrispettivo di una interrogazione ove dovete far vedere che avete studiato e che sapete tante cose: quel che conta è la focalizzazione del problema che avete scelto di affrontare e lo sviluppo complessivo delle vostre argomentazioni fino alla conclusione.

Evitare di disseminare il testo di giudizi di valore o, peggio, di mescolare i vostri giudizi personali a quelli di altri. Ciò non significa che non dobbiate avere un vostro punto di vista o una vostra opinione: il vostro punto di vista emergerà (nella relazione) dal modo in cui presentate i fatti, ponete i problemi, discutete le interpretazioni fornite dagli storici, approfondite determinati aspetti piuttosto che altri, discutete e criticate i concetti usati, ecc...

Mantenersi a un livello intermedio di astrazione (adeguato al problema trattato), usare esemplificazioni e citare dati, all’occorrenza, di più basso livello di astrazione e inquadrare il tutto a livelli di astrazione generalmente più alti. Evitare assolutamente l’aggettivazione valutativa roboante. L’aggettivo e l’avverbio devono essere "soft". Mai dire "l’evento più importante del XIX secolo è sicuramente...". Mai usare il presente storico!

Attenzione alle argomentazioni lasciate in sospeso, senza conclusioni. O, peggio, alle chiacchiere vaganti, alle digressioni prive di senso.

Il paragrafo, questo sconosciuto! Occorre ricordare che l’unità fondamentale del testo non è la proposizione, bensì il paragrafo (il paragrafo è quella parte di testo compresa tra due rimandi a capo). Un paragrafo deve generalmente esprimere un contenuto dominante ben preciso (cioè: il lettore deve essere in grado di individuare facilmente il messaggio dominante contenuto nel paragrafo). Se non sapete mai quando andare a capo - o se andate a capo a caso - vuol dire che non avete uno schema chiaro in mente, non avete definito con chiarezza quello che volete scrivere. Il paragrafo deve essere composto di svariati periodi, possibilmente molto semplici (è sempre preferibile la paratassi).

Scelta dei termini. Talvolta si leggono relazioni ove alcuni termini (non solo intercalari) vengono ripetuti in maniera maniacale. Occorre prendere coscienza delle proprie (talora inconsce) ripetizioni maniacali. È desiderabile una scelta precisa dei vocaboli (pochi vocaboli, ma ben scelti): per questo occorre ricorrere sistematicamente al dizionario dei sinonimi e dei contrari. La precisione terminologica specifica (tutti i termini legati alle scienze dell’uomo) è indispensabile, per cui potete usare dizionari specializzati (reperibili in qualunque biblioteca). Una buona fonte è il "dizionario di educazione civica" in adozione. Sui manuali in adozione ugualmente sono presenti glossari e dizionari.

Citazioni. Il sistema più comodo per fare le citazioni è il sistema "autore-data". Funziona così: in fondo al testo si mette una bibliografia organizzata per autore e per anno di edizione. Più o meno organizzata in questo modo (ho scelto una serie di casi abbastanza complicati in modo che ciascuno possa ritrovare un esempio adatto alle proprie esigenze):

1989 Elster, Jon
Nuts and Bolts for the Social Sciences, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.: Come si studia la società, Il
Mulino, Bologna, 1993.

1982 Dawkins, R.
The Extended Phenotype, Oxford University Press, Oxford. Tr. it.: Il fenotipo esteso, Zanichelli, Bologna, 1982.

1992 Elster, Jon
Local Justice. How Institutions Allocate Scarce Goods and Necessary Burdens, Russel Sage Foundation, New York.
Tr. it.: Giustizia locale. Come le istituzioni assegnano i beni scarsi e gli oneri necessari, Feltrinelli, Milano, 1995.

1971 Keddie, N.
Classroom Knowledge, in Young, M. F. D. (a cura di), Knowlwdge and Control. NEw Directions for the Sociology of
Education, Collier - Macmillan, London. Tr. it.: Scuola e conoscenza, in Barbagli, Marzio (a cura di), Istruzione,
legittimazione e conflitto, Il Mulino, Bologna, 1972.

1978 Verba, Sidney & Nie, Norman H. & Kim, Jae-on
Participation and Political Equality. A Seven-Nation Comparison, Cambridge University Press, Cambridge. Tr. it.:
Partecipazione e eguaglianza politica, Il Mulino, Bologna, 1987.

1989 Panebianco, Angelo (a cura di)
L'analisi della politica, Il Mulino, Bologna.

1994 Damasio, Antonio R.
Descartes' Error. Emotion, Reason, and the Human Brain, Antonio R. Damasio, M. D. Tr. it.: L'errore di
Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Adelphi, Milano, 1995.

1993 Elster, Jon
Constitution-Making in Eastern Europe: Rebuilding the Boat in the Open Sea, in "Public Administration", LXXI. Tr. it.: Lo
studio dei processi costituenti: uno schema generale, in Zagrebelsky, Gustavo & Portinaro, Pier Paolo & Luter, Jorg (a
cura di), Il futuro della costituzione, Einaudi, Torino, 1996.

Quando si deve citare da un testo consultato, per abbreviare, si usa una formuletta in cui devono comparire gli estremi dell’autore, la data di edizione e la pagina della citazione. In questo modo, chiunque, andando a consultare la bibliografia in fondo alla relazione, può avere gli estremi completi del testo citato (per evitare rimandi a vuoto è necessario controllare che il riferimento usato sia effettivamente presente nella bibliografia). Più o meno il risultato si presenta così (con riferimento alla bibliografia riportata sopra):

... come si afferma in Panebianco (1989: 45) le teorie espresse dalla scuola politologica Tal dei Tali soffrono di evidente infondatezza argomentativa, come si evince dalle osservazioni presentate in Elster (1993: 134-138); d’altro canto siccome i limiti della razionalità impongono un ripensamento globale delle teorie della identità, è opportuno rifarsi a quanto sostenuto in Damasio (1994: 123 -126). Occorre segnalare che in Verba et al. (1978) erano già contenute molte critiche a simili impostazioni. A giudizio di chi scrive, si esagera decisamente quando si attribuisce...

Ovviamente il testo sucitato è puro parto della fantasia. Quando si indica in bibliografia la traduzione italiana, vuol dire che si è usata la traduzione - il titolo originale va comunque sempre citato (nelle relazioni per uso scolastico si potrebbe anche soprassedere a questa regola, ma è meglio abituarsi...) - e che le pagine indicate si riferiscono alla traduzione. Se si adopera questo sistema, si riduce notevolmente il ricorso alle note. Le note a piè pagina o in fondo al testo riguarderanno solo questioni di contenuto, approfondimenti, precisazioni, ecc..

Misure. Per una relazione scolastica su problemi storiografici specifici, cinque pagine dattiloscritte (spazio due) più indice e eventuali note e appendici sono più che sufficienti (NB: dovrete accumulare molto più materiale delle cinque pagine; cinque pagine si intendono come il distillato, la summa di quello che avete fatto). Per una relazione da presentare alla maturità dovrebbero essere sufficienti dalle 15 alle 20 pagine.

Suddivisione. È meglio (anche se si tratta di prassi controversa) suddividere in piccole parti tutta la materia (ogni parte deve avere un titolino, riportato anche in indice; ogni parte va suddivisa in paragrafi - vedi sopra). Consiglio di usare per la numerazione dei paragrafi e per l’indice il sistema "a numerini" indentati:

1. La triste vita del coccodrillo

1.1. La nascita
1.2 L’adolescenza
1.3 L’età adulta

2. L’etologia del coccodrillo

2.1 Le relazioni nel gruppo specifico
2.1.1. La riproduzione
2.1.2. La caccia
2.2 Le relazioni con le altre specie

3. Il coccodrillo nella cultura umanistica

3.1 Le credenze circa il pianto del coccodrillo
3.2 Il pianto del coccodrillo nella letteratura fantastica francese del secondo Trecento

Tabella di marcia. Quando si inizia a lavorare è bene formulare una tabella di marcia (con indicazione approssimativa dei tempi); la tabella di marcia:
a) scelta del problema; b) studio, approfondimento; c) formulazione della scaletta dettagliata del lavoro; d) prima stesura; e) seconda stesura; f) terza stesura (e così via fino a quella definitiva); consegna del lavoro.

Valutazione. Criteri di valutazione saranno: 1- aderenza formale al modello di relazione proposto e chiarezza espositiva; 2- coerenza dell’impianto argomentativo; 3- grado di approfondimento; 4- originalità.

Pallini. All’inizio del paragrafo indentare di alcune lettere. Tra la parola e la punteggiatura che segue non devono esserci spazi bianchi; lo stesso vale per le parole che hanno l’apostrofo davanti: "l’albero" e non "l’ albero". Usare "ad" solo davanti alla vocale "a", "ed" solo davanti a "e"! Mai usare le virgolette enfatiche tipo: il "novello" Stato americano era nato... Rifiutare tutti i modi di dire, le frasi di circostanza, le forme di "captatio benevolentiae". Eliminare i vari: essere, vedere, dare, tale, ... Attenzione rigorosa alle maiuscole: si scrive: l’Ottocento, la Rivoluzione francese, la dichiarazione di Indipendenza, il Nord dell’Italia, il Meridione, e così via... Evitare sempre tutti gli incisi del tipo: "come sappiamo", "come abbiamo studiato", "come è noto".
Per quanto riguarda l'aspetto esteriore della relazione, occorre adottare uno stile sobrio. Ciò significa evitare colori, disegni e disegnini ornamentali, cornicette o altro (indice di infantilismo). Il carattere non deve essere di grandezza eccessiva (12 punti) e deve essere assolutamente standard (il "times new roman" di Word va benissimo).

Accenti: à, ì, ò, ù hanno l’accento grave (tranne che nei libri Einaudi, dove si trovano i e u con accento acuto)
La "e" ha spesso l’accento grave (caffè, ahimè, cioè...), ma anche quello acuto: credé, ricevé, scimpanzé, testé, né (avverbio), sé (pron), perché, e i relativi composti, trentatré e simili, viceré e simili.

Onestà intellettuale In primo luogo copiare una relazione (o farsela fare) vi impedisce di esercitarvi nell’arte del lavoro intellettuale e della scrittura e vi porrà in condizioni di sempre maggior dipendenza. Copiare espone inoltre al rischio di essere scoperti. In secondo luogo, poiché nella comunità scientifica vige il costume del riconoscimento del debito intellettuale, occorre sempre riconoscere i riferimenti usati. In terzo luogo, quello che deve emergere dalla relazione è la vostra rielaborazione: la rielaborazione è solo vostra, mentre i riferimenti vanno riconosciuti con dettaglio e pignoleria. Citare troppo significa avere rielaborato poco, essere succubi della materia ingurgitata troppo in fretta; citare troppo poco significa essere presuntuosi.

Bibliografia
(Sono testi tutt'ora in commercio e facilmente reperibili)

M.L. Serafini, Come si scrive, Bompiani, Milano (consigliato).
M.L. Serafini, Come si studia, Bompiani, Milano.
M.L. Serfini, Come si fa un tema in classe, Bompiani, Milano (consigliato per la maturità).
U.Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano (libro piuttosto complesso, ma divertente; per appassionati; riguarda le materie umanistiche).
R.Lesina, Manuale di stile, Zanichelli, Bologna (La "Bibbia" del genere, per redattori).

Sunday, September 10, 2006

Metodi di studio e consigli per studiare meglio - Come prendere appunti


Ormai le vacanze sono finite. peccato passano sempre cosi.. che nemmeno te ne accorgi.. Perciò propongo in questa pagina(a quelli che ancora frequentano le medie.. il liceo..o l'università) Dei METODI DI STUDIO e consigli per studiare meglio.. Fatto questo non posso che augurarvi molto successo per l'inizio della "scuola".. ..





Un metodo per prendere appunti e per studiare

Spesso viene consigliato agli studenti americani il cosiddetto "metodo Cornell" di appuntazione. È un metodo che si dimostra piuttosto efficiente nell’organizzare gli appunti. Il metodo è di apprendimento piuttosto rapido e permette agli studenti di utilizzare comunque le abilita’ gia’ conseguite, con un minimo di aggiustamenti e di esercitazioni. Permette di essere utilizzato per prendere appunti durante le lezioni (seminari, conferenze o simili), oppure per prendere appunti dai libri, durante lo studio.

Occorre usare sempre fogli mobili di grandi dimensioni (meglio se a quadretti, con il quadretto di 0,5, con i fori per il raccoglitore); e' assolutamente necessario scrivere su una sola facciata del foglio (per permettere all'occorrenza di realizzare facilmente il "taglia e incolla" di tipo manuale).

Occorre dividere la pagina in due colonne (proporzione: un terzo e due terzi) e lasciare un consistente spazio in fondo. Nella colonna piu’ ampia vengono stesi gli appunti (vedi illustrazione).

Nella stesura occorre assolutamente evitare di trascrivere integralmente quanto viene detto dal relatore: non ci si riuscira' mai! Occorre selezionare, sintetizzare e appuntare termini, brevi frasi, collegate da segni grafici: in altri termini occorre schematizzare. Lo schema dovra' essere chiaro e comprensibile, anche a distanza di tempo.

E' conveniente usare un procedimento a indentazione: piu’ rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a sinistra, meno rilevante è l’argomento, piu’ deve essere spostato a destra (naturalmente occorre adottare dei criteri di rilevanza: occorre basarsi sulle proprie conoscenze pregresse, oppure essere abili nell’identificare i "segnali di rilevanza" del relatore, o dell’autore del libro che si sta studiando).

Gli spazi restanti vengono usati solo in fase di rielaborazione e di studio.

In fase di rielaborazione, rivedendo gli appunti, occorre distribuire nella colonna piu’ stretta (a sinistra) un indice degli argomenti principali (brevi titolini, magari a colori), evidenziare o trascrivere le parole chiave (concetti, definizioni), sintetizzare molto brevemente il contenuto, formulare brevi domande (la cui risposta si trovi negli appunti gia' presi).

In fase di studio, usando come traccia i contenuti sintetici della colonna di sinistra, dovrebbe essere possibile richiamare a memoria i contenuti degli appunti della parte destra, che andrebbero coperti con un foglio.

Nella striscia in fondo trovano posto le note, i commenti, i collegamenti, le riflessioni, le domande, ecc...

Se si ha pazienza di lavorare in questo modo, in breve tempo si disporra' di un raccoglitore, sempre in progressivo ampliamento, che tiene la memoria di tutte le lezioni ascoltate (o di tutti i testi letti), di tutte le rielaborazioni effettuate, di tutti i percorsi intellettuali sviluppati. In qualsiasi momento sara' possibile fare delle aggiunte (grazie ai fogli mobili) oppure delle ristrutturazioni: una scheda ormai troppo densa puo' essere divisa in due... Nel raccoglitore possono trovare posto anche fotocopie, disegni, schemi, glossari, resoconti di discussioni, ritagli di giornale concernenti l'argomento, ecc...

Seguiranno fra un po' anche i consigli su come fare una relazione .. ;)


Saturday, September 09, 2006

Eugenio Montale (1896-1981)

  • Una nuova intensità derivante da una continua ricerca nelle cose e nelle parole di un legame con la situazione umana, originato anche dalla forza di un linguaggio fortemente ancorato al presente; Eugenio Montale individua così il suo punto di equilibrio tra la letteratura e il quotidiano, uno spazio non rifiutato, ma vissuto con un sereno distacco lontano dal turbinoso mutare dei tempi e del significato esistenziale.

  • Genovese di nascita — la città ligure gli diede i natali il 12 ottobre del 1896 —, Montale nutriva una forte passione per la letteratura e la poesia, approfondite in maniera irregolare e sulla spinta della sete di conoscenza lungo l’arco di tutta la sua vita. Sergio Solmi, Bobi Bazlen e i triestini — Italo Svevo e Umberto Saba —, passando da Ezra Pound e la tanto amata letteratura inglese: furono questi gli autori che segnarono i primi approcci artistici di Montale fino al periodo fiorentino e alla nomina a direttore del Gabinetto Viesseux a Firenze, città che lo vide tra i suoi più brillanti intellettuali negli anni dal 1929 al 1938. Il suo rifiuto di aderire al partito fascista lo costrinse ad abbandonare la prestigiosa carica e dedicarsi ad attività di traduzione, inframmezzata da collaborazioni con alcune riviste. Durante la seconda guerra mondiale fu richiamato alle armi, ma ben presto fu congedato e visse il periodo dell’occupazione nazista a Firenze. Dopo la liberazione si iscrisse al partito d’azione, ma la sua militanza politica durò poco a causa della delusione provata nell’osservare come tutte le speranze in un cambiamento si riducevano allo scontro tra la sinistra e il clericalismo, a discapito di quanti auspicavano una svolta liberista di stampo europeo, che portasse alla nascita di un’Italia aliena dai retaggi nazionalistico-provinciali e proiettata in un orizzonte di più ampio respiro.
  • Montale indaga l’uomo e il suo isolamento nel mondo, osservati anche rispetto al fluire di natura e storia, come insegnavano i filosofi esistenzialisti e i poeti francesi — Charles Baudelaire innanzitutto — e inglesi e americani — Robert Browning, Thomas Stearns Eliot ed Ezra Pound —. La grandezza del poeta genovese risiede in quella straordinaria abilità nel tentare di comprendere l’occidente a lui contemporaneo e i cambiamenti che le arti e il sociale avevano subito dallo svilupparsi di una cultura massificata di carattere planetario. Egli aspira a essere una voce laica, razionale, italiana ed europea, pronta a sondare anche gli aspetti più terrificanti del presente con la consapevolezza, di fronte ai sinistri presagi del futuro, dei suoi limiti e dell’inarrestabile corsa degli eventi.

    Una straordinaria capacità di comprensione rese Montale un acuto lettore e critico dei libri più disparati, esaminati razionalmente per andare a scovare al loro interno le tracce della condizione umana e della forza della conoscenza. L’arte, la parola, l’atto del comunicare erano per il poeta dotati di concretezza, perciò, radicati nell’esistenza individuale e proiettati in un ambito storico e collettivo, divenendo così concreti e influenti. La sua poesia nasce dalla comprensione dei limiti ad essa connessi, dalla presa di coscienza della contemporaneità, vista come una minaccia nei confronti dell’arte, in pericolo non a causa della povertà del linguaggio, ma travolta dalle tante e troppe parole che albergano nel mondo. L’unica risposta possibile è la poesia del confronto con la fine, degli aspetti umani e civili positivi e, soprattutto, degli oggetti: concreti rivelatori del senso interno delle cose, nel solco di Eliot e della nuova vitalità di simbolo e allegoria.

    Montale è allo stesso tempo influenzato dalla tradizione poetica italiana, rivista alla luce di un rapporto differente, diretto e vitale, dal quale trarre i necessari presupposti per comprendere la condizione moderna. Tradizione e contemporaneità viaggiano su di un binario parallelo che porta a un linguaggio poetico perfetto, essenziale, ma denso e profondo

    Ossi di seppia, dato alle stampe nel 1925, è il primo esempio di questo tipo di poesia generata da un’emozione intima ed espressa attraverso l’essenzialità degli oggetti e del linguaggio. Montale cerca nuove forme, ma non esita nella sperimentazione dei metri tradizionali, raggiungendo un eccellente risultato di linearità sintattica; i toni sublimi si trasformano in concretezza e la parola diventa precisa, tecnica nelle designazioni per diventare poi ironica e colloquiale in virtù di un abbassamento del linguaggio. Montale è una voce immersa nel paesaggio, ma non direttamente partecipante alla vita, interrogata attraverso segni, forme, suoni e movimenti, scanditi dal procedere del tempo. La vita diventa così inafferrabile, vuota e reale, disgregandosi in un continuo equilibrio con l’io e la sua distanza che si risolve in angoscia e rovina.

    Leo occasioni, pubblicate nel 1939 da Einaudi, ridimensionano la riflessione esistenziale della precedente poetica, la parola punta la sua attenzione sugli oggetti, tralasciando qualsiasi aspetto meditativo e problematico per concentrarsi sul susseguirsi di immagini nette, frutto anche di un forte impatto di suoni, parole e frasi. La poetica diventa complicata, ardua, impenetrabile, portatrice di un messaggio volutamente occulto, mostrandosi, però, tesa alla ricerca del contatto con l’altro che diventa una donna persa o irraggiungibile, o la lontananza del tempo e il suo rievocare esperienze, oggetti e immagini sbiadite nella memoria e ormai trascorse e intangibili. La donna rappresenta la salvezza, il riscatto del poeta da questo vivere e dall’avvicinarsi, annunciato dalla volgarità e dalla mediocrità del presente, della catastrofe; essa è reale in alcuni casi, mentre in altri rivela le tracce di persone diverse, restando, comunque, l’ultimo baluardo contro il precipitare degli eventi.

    La Bufera e altro, terza raccolta poetica di Montale risalente al 1956, contiene poesie pubblicate precedentemente in alcune riviste e scritte tra il 1940 e il 1954. La struttura aperta dell’opera tradisce un intento romanzesco di prossimità con la Vita Nuova dantesca, nella quale il presente si intreccia con l’amore per una donna salvatrice. La Beatrice di Montale è moderna, ostile e amorevole, lotta contro la violenza e il degrado, permettendo al poeta di riconoscersi e affermare la strenua resistenza della poesia, confrontandosi con il mondo e la sua diffidenza. Questa figura femminile si muove in un ambito enigmatico, cambia qualità e nomi, lanciando segnali contrastanti al poeta, al cui elegante verso giocosamente si nasconde. Le figure femminili si intrecciano anche alle diverse situazioni storiche in atto: il passaggio dalla speranza della fine della guerra a un dopoguerra angoscioso e sinistro diretto verso la fine della civiltà.

    Al termine di un lungo periodo di silenzio poetico, negli anni ’60 Montale ritorna con una nuova poesia, più diretta, quasi dimessa, assolutamente lontana dal tono alto ed essenziale della poetica precedente. La parodia, l’ironia, la diversità di stili prendono il posto della tensione lirica per mostrarsi completamente attraverso una revisione della propria poetica, ora degradata a un livello più basso. La nuova arte si mostra semplice solo in apparenza, assumendo su di sé il vuoto delle banalizzazioni con disincanto e ironia, ma conservando come suo punto di riferimento la memoria. Il passato si confronta con se stesso e il presente in una nuova dimensione, nella quale il contemporaneo è ancora più angoscioso, tra la perduta giovinezza e l’attuale vecchiaia come scoperta della precedente condizione e del suo significato. La voce di Montale sopravvive perché non può accettare il mondo, costretta a negarsi sottraendosi alla propria identità e alla verità. Satura raccolta uscita nel 1971, sarà il primo risultato di questa nuova poetica, di cui una parte era già stata pubblicata dieci anni prima, e il suo influsso resterà tale anche nelle composizioni degli ultimi anni, dove il poeta, sfuggendo al presente, osserva i dissensi, il disordine e la confusione di una vita artefatta.

    È il cosiddetto secondo Montale, quello che afferma di avere aperto ai suoi lettori, Il retrobottega della sua poesia. Nell'intervista Francesca Ricci, autrice della prima opera di esegesi del Diario del '71 e del '72 parla delle 90 schede, una per ogni poesia, che costituiscono il suo commento integrale a questa raccolta.

    «È ancora possibile la poesia?» — si chiedeva Montale — «In un mondo nel quale il benessere è assimilabile alla disperazione e l’arte, ormai diventata bene di consumo, ha perso la sua essenza primaria?». Questa domanda, rivolta all’Accademia di Svezia il 12 dicembre del 1975, durante la cerimonia di consegna del premio Nobel, lo colloca quale spirito antesignano rispetto ad un futuro, oggi reale, inquietante e problematicamente terrificante, da lui individuato e scandagliato con anticipo impressionante.

  • La vita di Eugenio Montale è la vita di un uomo schivo, distaccato e disilluso verso se stesso e la propria stessa esistenza: scrivendo «sempre da povero diavolo e non da uomo di lettere professionale», diviene uno dei massimi rappresentanti della poesia e della cultura contemporanea.

  • Nasce a Genova il 12 ottobre del 1896. Trascorre l'infanzia e l'adolescenza tra Genova e Monterosso, luoghi e paesaggi divenuti poi essenziali per la sua poesia. Di salute malferma, compie studi irregolari, nutrendo una forte passione, oltre che per la letteratura e la poesia, anche per il canto. Nel 1917 viene chiamato alle armi come ufficiale di fanteria.

  • Dopo la guerra stringe rapporti sia con gli scrittori che a Genova frequentano il Caffè Diana in Galleria Mazzini (in particolar modo con Camillo Sbarbaro) sia con il gruppo torinese di Piero Gobetti, che negli anni venti cerca di attuare una resistenza culturale al fascismo, in opposizione al futurismo e al dannunzianesimo. Nel 1925 pubblica, proprio per le edizioni di Gobetti, il suo primo libro di poesie, Ossi di seppia, e firma il manifesto antifascista di Croce.

  • Sempre nel '25 esce sulla rivista milanese «L'esame» l'articolo Omaggio a Italo Svevo, con cui contribuisce in modo determinante alla scoperta dello scrittore triestino, di cui negli anni successivi diviene amico. Nel '26 conosce inoltre Saba e il poeta americano Ezra Pound, e d'allora indirizza una viva attenzione alla letteratura anglosassone. Nel 1927 raggiunge l'indipendenza economica dalla famiglia ottenendo un impiego a Firenze presso la casa editrice Bemporad; e conosce Drusilla Tanzi, moglie del critico d'arte Matteo Marangoni, che più tardi diverrà sua compagna, ma che sposerà solo nel 1962.

  • Nel '29 è nominato direttore del Gabinetto scientifico-letterario Vieusseux, dal quale incarico nel ‘38 verrà esonerato, avendo sempre rifiutato di iscriversi al partito fascista. In quegli anni Montale è uno dei principali animatori della vita intellettuale fiorentina: frequenta il noto caffè degli ermetici Le Giubbe Rosse, fa amicizia con i maggiori scrittori italiani del tempo (Vittorini, Gadda) e inoltre allarga sempre più i sui interessi alla cultura europea.

  • Negli anni bui della guerra e dell'occupazione tedesca vive attraverso collaborazioni a riviste e soprattutto grazie ad una varia attività di traduttore. Nel '39 pubblica la sua seconda raccolta di poesie, Le occasioni. Dopo una breve poesia introduttiva, Il balcone, la raccolta si divide in quattro parti: la prima e l’ultima presentano poesie di carattere diverso; la seconda, invece, s’intitola Mottetti e contiene venti brevi componimenti che intendono riprodurre la forma musicale del "mottetto", sorta nel XIII secolo; la terza, infine, contiene tre pezzi dal comune titolo di Tempo di Bellosguardo. Nel '43, a Lugano esce Finisterre, un volumetto di liriche scritte tra il '40 e il '42, esportato clandestinamente in Svizzera. Finita la guerra, si iscrive al partito d'azione, riceve un incarico culturale dal Comitato Nazionale di Liberazione e fonda, con Bonsanti e Loira, il quindicinale «Il Mondo». La sua esperienza politica è tuttavia assai breve: le sue aspirazioni ad un'Italia liberale ed europea, estranea a chiusure nazionali e provinciali, vengono fortemente deluse dallo scontro creatosi nel dopoguerra tra il nuovo clericalismo e la sinistra filostalinista.

  • All''inizio del '48 la sua vita, fino ad allora così normale, comincia a mutare. Si trasferisce infatti a Milano, dove lavora come giornalista e critico letterario al «Corriere della Sera» e al «Corriere d'Informazione». Pubblica sia una nutrita serie di interventi di attualità culturale e politica che tendono a sostenere una cultura borghese critica e razionale, sia recensioni musicali (raccolte nel 1981 nel volume Prime alla scala), reportages di viaggio in diversi paesi del mondo (raccolti nel 1969 nel volume Fuori di casa) e numerosi brevi racconti, la maggior parte dei quali costituiranno il volume Farfalla di Dinard (1958).

  • Nel '56 esce la sua terza raccolta di poesie, per lo più risalenti agli anni della guerra e dell'immediato dopoguerra, La bufera e altro.Negli anni Cinquanta e Sessanta viene considerato il più grande poeta italiano vivente, modello di cultura laica e liberale, tanto che riceverà diversi riconoscimenti culminanti nel 1967 nella nomina a senatore a vita, e nel 1975 nel premio Nobel per la letteratura.

  • Nel 1966 pubblica le riflessioni di Auto da fé, e nel 1973 il volumetto Trentadue variazioni. Dopo un periodo di completo silenzio poetico esce nel 1971 Satura, e nel 1973 Diario del '71 e del '72, nel 1977 Quaderno di quattro anni; ed infine nel 1980, caso unico per un autore contemporaneo vivente, viene pubblicata l'edizione critica della sua intera Opera in versi. Trascorre gran parte della vecchiaia nell'appartamento milanese in via Bigli 15. Muore a Milano il 12 settembre 1981

Loriano Macchiavelli (1934)

Nato a Vergato (Bologna) nel 1934, Loriano Macchiavelli ha frequentato l'ambiente teatrale come organizzatore, come attore e, infine, come autore; sue opere teatrali sono state rappresentate da varie compagnie italiane: In caso di calamità, viva la Patria (1969/70), Una storia teatrale con prologo tragico e finale comico (1969/70), Ballate e moti rivoluzionari… (1970/71), Hanno dato l’assalto al cielo (1971/72/73), Voglio dirvi di un popolo che sfida la morteI pioli di Bach Dang (1973/74), Cinema hurra (1981/82), Aspettando Altman (1995). .

Suoi tesi sono stati segnalati in vari premi teatrali: Una guerra finita male (Premio teatrale Riccone 1963), I dieci a uno (Premio Reggio Emilia città del tricolore, 1964), Solo un lungo silenzio (finalista al premio teatrale Riccione, 1975), Jacopo da Valenza, scolaro (finalista al premio teatrale Riccione, 1978).

Dal 1974 si è dedicato al genere poliziesco e ha pubblicato numerosi romanzi divenendo uno degli autori italiani più conosciuti e letti.

Da un suo romanzo (Passato, presente e chissà) è stato tratto lo sceneggiato televisivo per Rai Due Sarti Antonio brigadiere (regia di Pino Passalacqua) in quattro puntate e andato in onda nell'aprile del 1978. In seguito ha curato il soggetto e la sceneggiatura del film per la TV L'archivista (regia di Guido Ferrarini), girato a Bologna nel 1985 e andato in onda su Rai Uno nel settembre del 1988. Il film porta sul piccolo schermo uno dei suoi personaggi letterari più riusciti: Poli Ugo, interpretato per la TV da Flavio Bucci. Il film presenta una Bologna attuale e viva, ben lontana dalla solita vecchia iconografia, e anticipa drammaticamente le mutazioni successive della città.

A fine '87 e primi mesi del 1988 è andata in onda una lettura radiofonica in 13 puntate dei suoi racconti, dal titolo I misteri di Bologna. Dai suoi romanzi e racconti e sono stati tratti numerosi radiodrammi trasmessi dalla Rai.

Nel 1988 Rai Due ha prodotto una serie di 13 telefilm, tratta da suoi romanzi e racconti, (regia di Maurizio Rotundi, protagonista Gianni Cavina) i cui esterni sono stati girati interamente a Bologna e dintorni. La serie ha per titolo L'ispettore Sarti - un poliziotto, una città ed è andata in onda su Rai Due a partire dal 12 febbraio 1991 e replicata nel 1993.

La serie televisiva di Sarti Antonio è proseguita (sempre su Rai Due) con una coproduzione italo tedesca (Rai-NDR) di sei film di un'ora e trenta, ancora tratta dai suoi romanzi, e andati in onda nell'aprile e maggio del 1994. Regista dei film è Giulio Questi, protagonista sempre Gianni Cavina.

Il suo personaggio più conosciuto, Sarti Antonio, è entrato anche nel fumetto (Orient Express) con una serie di avventure tratte dai romanzi.

Numerosi romanzi sono stati tradotti all'estero: Francia, Germania, Ungheria, Cecoslovacchia, Unione Sovietica, Giappone, Romania...

Nel 1974 ha vinto, con il romanzo Fiori alla memoria, il premio Gran Giallo Città di Cattolica; nel 1980, con il romanzo Sarti Antonio, un diavolo per capello, ha vinto il premio Tedeschi; nel 1992 ha vinto la XIV edizione del Premio di letteratura per l'infanzia con il romanzo Partita con il ladro; nel 1997, con il romanzo Macaronì (scritto assieme a Francesco Guccini), ha vinto il Premio letterario Alassio, un libro per l'Europa, dopo essere stato nella rosa dei finalisti nel Premio Ennio Flaiano e nel Premio città di Ostia. Lo stesso romanzo ha vinto l'edizione 1998 del Police film festival.

Ha pubblicato e pubblica con i maggiori editori italiani: Garzanti, Rizzoli, Mondadori, Einaudi, Rusconi, Cappelli... Ha collaborato e colabora con numerosi quotidiani e periodici.

Assieme a Marcello Fois e Carlo Lucarelli ha fondato il «Gruppo 13» e con Renzo Cremante ha fondato e dirige la rivista «Delitti di Carta» che si occupa esclusivamente di poliziesco italiano.

In rete, su questo sito, nel febbraio 2001 ha pubblicato il romanzo inedito Scadenza di Contratto

BIBLIOGRAFIA
1 - Le piste dell'attentato (Campironi, 1974)
2 - Fiori alla memoria (Garzanti, 1975)
3 - Ombre sotto i portici (Garzanti, 1976)
4 - Sui colli all'alba (Garzanti, 1976)
5 - Sequenze di memoria (Garzanti, 1976)
6 - Passato, presente e chissà (Garzanti,1978)
7 – Le piste dell’attentato (ristampa Garzanti, 1978)
8 - Sarti Antonio, un questurino, una città (Garzanti Vallardi, 1979, omnibus contenente i tre romanzi editi Fiori alla memoria, Ombre sotto i portici, Sui colli
all’alba e uno inedito dal titolo Cos'è accaduto alla signora perbene)
9 - Sarti Antonio, un diavolo per capello (Mondadori, 1980)
10 - Sarti Antonio, caccia tragica (Mondadori, 1981)
11 - L'archivista (Mondadori, 1981)
12 - La strage dei centauri (Garzanti Vallardi, 1981)
13 - Sarti Antonio e l'amico americano (Garzanti Vallardi, 1983)
14 - La Balla dalle scarpe di ferro (Rizzoli, 1983)
15 - Sarti Antonio, un diavolo per capello (Garzanti Vallardi, 1985, omnibus contenente la ristampa dei romanzi numero 8 e 9 e uno inedito dal titolo Rapiti si nasce)
16 - Stop per Sarti Antonio (Cappelli, 1987)
17 - La rosa e il suo doppio (Cappelli, 1987)
18 - Sarti Antonio e il malato immaginario (Cappelli, 1988)
19 - Funerale dopo Ustica (Rizzoli, 1989, pseudonimo Jules Quicher)
20 - Strage (Rizzoli, 1990, pseudonimo Jules Quicher)
21 - Un poliziotto, una città (Rizzoli, 1991)
22 - Un triangolo a quattro lati (Rizzoli, 1992)
23 - Partita con il ladro (Sonda, 1992)
24 - Sospiri, lamenti e ali di pipistrello (Sonda, 1994)
25 - Sarti Antonio un poliziotto, una città (Mondadori, 1994. Raccolta dei due romanzi editi
Cos'è accaduto alla signora perbene e Sarti Antonio e il malato immaginario e uno
inedito dal titolo La ghironda dagli occhi azzurri)
26 -Sarti Antonio e il diamante insanguinato (Sonda, 1994)
27 - Sarti Antonio e la ballata per chitarra e coltello (Sonda, 1994)
28 - Sarti Antonio e il mistero cinese (Sonda, 1994)
29 - Coscienza sporca (Mondadori, 1995)
30 - Replay per Sarti Antonio (Mondadori; 1996, ristampa in un volume di Le piste
dell’attentato, Fiori alla memoria, Ombre sotto i portici)
31 - Macaronì, romanzo di santi e delinquenti (Mondadori, 1997, scritto con Francesco
Guccini)
32 - Sgumbéi, le porte della città nascosta (Mondadori, 1998)
33 - Un disco dei Platters, romanzo di un maresciallo e una regina (Mondadori, 1998; scritto con Francesco Guccini)
34 - La Balla dalla scarpe di ferro (ristampa, Diabasis, 2000)
35 - Fiori alla memoria (ristampa Einaudi, 2001
36 - La via dell’inferno (romanzo breve nel volume Bologna fra storia e fanatasia, Clueb,
2001)

NOTA: i romanzi pubblicati con la Sonda sono per ragazzi.

Biografia Dante Alighieri (1265-1321)

La vita di Dante Alighieri è strettamente legata agli avvenimenti della vita politica fiorentina. Alla sua nascita, Firenze era in procinto di diventare la città più potente dell’Italia centrale. A partire dal 1250, un governo comunale composto da borghesi e artigiani aveva messo fine alla supremazia della nobiltà e due anni più tardi vennero coniati i primi fiorini d’oro che sarebbero diventati i “dollari” dell’Europa mercantile. Il conflitto tra guelfi, fedeli all’autorità temporale dei papi, e ghibellini, difensori del primato politico degli imperatori, divenne sempre più una guerra tra nobili e borghesi simile alle guerre di supremazia tra città vicine o rivali. Alla nascita di Dante, dopo la cacciata dei guelfi, la città era ormai da più di cinque anni nelle mani dei ghibellini. Nel 1266, Firenze ritornò nelle mani dei guelfi e i ghibellini vennero espulsi a loro volta. A questo punto, il partito dei guelfi, si divise in due fazioni: bianchi e neri.

Dante Alighieri nacque il 29 maggio 1265 a Firenze da una famiglia della piccola nobiltà. Nel 1274, secondo la Vita Nuova, vide per la prima volta Beatrice (Bice di Folco Portinari) della quale si innamorò subito e perdutamente. Quando morì sua madre Gabriella, la «madre bella», Dante aveva circa dieci anni. A 17, nel 1283, quando anche suo padre Alighiero di Bellincione, commerciante, morì a sua volta, Dante divenne il capofamiglia.

Il giovane Alighieri seguì gli insegnamenti filosofici e teologici delle scuole francescana (Santa Croce) e domenicana (Santa Maria Novella). In questo periodo strinse amicizie e iniziò una corrispondenza con i giovani poeti che si facevano chiamare «stilnovisti». Nelle Rime si trova l'insieme dell'opera poetica di Dante, dagli anni della gioventù fiorentina, lungo in corso della sua carriera letteraria, che non risultano inseriti in alcun'altra opera. È nell’ambito di questo insieme che possiamo trovare le tracce del distacco consapevole che è seguito alla prima stesura del Inferno e del Purgatorio, che avrebbe condotto Dante verso false concezioni filosofiche, tentazioni della carne e piaceri volgari.

A 20 anni sposa Gemma Di Manetto Donati, appartenente a un ramo secondario di una grande famiglia nobile, dalla quale avrà quattro figli, Jacopo, Pietro, Giovanni e Antonia.

Due anni dopo la morte di Beatrice, nel 1292, comincia a scrivere la Vita Nuova. Dante si consacra così molto presto completamente alla poesia studiando filosofia e teologia, in particolare Aristotele e San Tommaso.

Nelle Rime petrose (1296 circa), forse dedicate ad una madonne Petra, bella e insensibile, si nota come l'originalità di Dante Alighieri si concreti nella corrispondenza tra materia e rappresentazione. Alla violenza della passione e alla crudeltà dell'amata corrisponde uno stile realistico, pieno di rimandi brutali.

Rimarrà affascinato dalla lotta politica caratteristica di quel periodo e costruirà tutta la sua opera attorno alla figura dell’Imperatore, mito di un’impossibile unità. Nel 1293, tuttavia, in seguito a un decreto che escludeva i nobili dalla vita politica fiorentina, il giovane Dante dovette attenersi alla cura dei suoi interessi intellettuali.

Nel 1295 infine, un'ordinanza decretò che i nobili riottenessero i diritti civici, purché appartenessero a una corporazione. Dante si iscrisse a quella dei medici e dei farmacisti, che era la stessa dei bibliotecari, con la menzione di «poeta». Quando la lotta tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri si fece più aspra, Dante si schierò col partito dei Bianchi che cercavano di difendere l’indipendenza della città opponendosi alle tendenze egemoniche di Bonifacio VIII Caetani, che fu Papa dal dicembre 1294 al 1303.

Nel 1300, Dante venne eletto tra i sei «Priori» — custodi del potere esecutivo, i più alti magistrati del governo che componeva la Signoria — che, per attenuare la faziosità della lotta politica, presero la difficile decisione di fare arrestare i più scalmanati tra i leader dei due schieramenti. Ma nel 1301, proprio mentre a Firenze arrivava Charles de Valois e il partito dei Neri, sostenuto dal papato, prendeva il sopravvento, Dante fu chiamato a Roma alla corte di Bonifacio VIII. Quando iniziarono i processi politici, accusato di corruzione, fu sospeso dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una pesante ammenda. Poiché non si abbassò, al pari dei suoi amici, a presentarsi davanti ai giudici, Dante fu condannato alla confisca dei beni e «al boia» se si fosse fatto trovare sul territorio del Comune di Firenze. Fu così costretto a lasciare Firenze con la coscienza di essere stato beffato da Bonifacio VIII, che l’aveva trattenuto a Roma mentre i Neri prendevano il potere a Firenze e che fu sempre suo feroce avversario, guadagnandosi un posto di rilievo nei gironi dell’Inferno della Divina Commedia.

A partire dal 1304, inizia per Dante il lungo esilio, nel corso del quale viene sempre accolto con favore: Verona, Lucca, forse anche Parigi… Dalla morte di Beatrice agli anni dell’esilio, si è dedicato allo studio della filosofia (per lui l’insieme delle scienze profane) e ha composto liriche d’amore dove lo stile della lode così come il ricordo di Beatrice sono assenti. Il centro del discorso non è più Beatrice ma «la donna gentile», descrizione allegorica della filosofia, che traccia l’itinerario interiore di Dante verso la saggezza. Redige il Convivio (1304-1307), il trattato incompiuto composto in lingua volgare che diventa una summa enciclopedica di sapere pratico. Quest’opera, è una sintesi di saggi, destinati a coloro che, a causa della loro formazione o della condizione sociale, non hanno direttamente accesso al sapere. Vagherà per città e Corti secondo le opportunità che gli si offriranno e non cesserà di approfondire la sua cultura attraverso le differenti esperienze che vive.

Nel 1306 intraprende la redazione della Divina Commedia alla quale lavorerà per tutta la vita. Quando inizia «a far parte per se stesso», rinunciando ai tentativi di rientrare con la forza a Firenze con i suoi amici, prende coscienza della propria solitudine e si stacca dalla realtà contemporanea che ritiene dominata da vizio, ingiustizia, corruzione e ineguaglianza. Nel 1308, in latino, compone un trattato sulla lingua e lo stile: il De vulgari eloquentia, nel quale passa in revisione i differenti dialetti della lingua italiana e proclama di non aver trovato «l’odorante pantera dei bestiari» del Medioevo che cercava, ivi compresi il fiorentino e le sue imperfezioni. Pensa di aver captato «l’insaziabile belva in quel volgare che in ogni città esala il suo odore e in nessuna trova la sua tana». Fonda la teoria di una lingua volgare che chiama «illustre», che non può essere uno dei dialetti locali italiani ma una lingua frutto del lavoro di pulizia portato avanti collettivamente dagli scrittori italiani. È il primo manifesto per la creazione di una lingua letteraria nazionale italiana.

Nel 1310, con l’arrivo in Italia di Enrico VII di Lussemburgo, Imperatore romano, Dante spera nella restaurazione del potere imperiale, il che gli permetterebbe di rientrare a Firenze, ma Enrico muore. Dante compone allora La Monarchia, scritto in latino, dove dichiara che la monarchia universale è essenziale alla felicità terrestre degli uomini e che il potere imperiale non deve essere sottomesso alla Chiesa. Dibatte anche sui rapporti tra Papato e Impero: al Papa il potere spirituale, all’Imperatore quello temporale. Verso il 1315, gli venne offerto di ritornare a Firenze ma a condizioni che il suo orgoglio ritenne troppo umilianti. Rifiutò con delle parole che rimangono una testimonianza della sua dignità umana: «Non è questa, padre mio, la via del mio ritorno in patria, ma se prima da voi e poi da altri non se ne trovi un'altra che non deroghi all’onore e alla dignità di Dante, l’accetterò a passi non lenti e se per nessuna siffatta s’entra a Firenze, a Firenze non entrerò mai. Né certo mancherà il pane».

Nel 1319, fu invitato a Ravenna da Guido Novello da Polenta, Signore della città che, due anni più tardi, lo inviò a Venezia come ambasciatore. Rientrando da questa ambasciata, Dante venne colpito da un attacco di malaria e morì a Ravenna a 56 anni nella notte tra il 23 e 24 settembre 1321, dove si trova la sua tomba.

Un unico drive per Blu-Ray e HD-Dvd

Forse è la fine della guerra dei formati: Ricoh ha sviluppato un componente ottico che è in grado di leggere tutti i supporti , dai Cd fino agli HD-Dvd e ai dischi Blu-ray, con un solo laser e con una sola lente. Il vantaggio di questa tecnologia, per ora priva di nome , è la compatezza del drive. Il primo player sarà disponibile nel corso del 2007, mentre per il masterizzatore si dovrà aspettare qualche mese in più.

Masterizzatori Blu-ray

L'alta definizione avanza. E una nuova linea di dispositivi compatibili con la nuova tecnologia Blu-ray, proposta da LiteOn, è in arrivo per gli inizi del 2007.
Il drive Blu-ray Disc LH-2b1s consentirà di masterizzare, riscrivere e vedere video in alta definizione e salvare fino a 50 gb di dati su supporto BD double layer e fino a 25 gb su suppporti a singolo strato.
Il nuovo drive garantirà la compatibilità anche con i precedenti formati DVD e Cd-Rom avvalendosi di una maggiore velocità di trasferimento dati, grazie all'interfaccia Searial ATA.

Software- DC++ 0.691 - Free download

One of the most popular filesharing client application, DC++ allows you to share files over the Internet without any restrictions or limits. You can search for files or folders throughout multiple connected hubs; searches can be categorized by several criteria: video, audio, doc, exe, etc. The program automatically downloads the public hubs list which includes thousands of hubs to choose from. The interface is easy to use; multiple open windows can be arranged in cascade, horizontal tile, vertical tile, and the menu includes buttons for fast access. Options include creating lists containing your favourite users and favourite hubs to which you will be automatically connected at startup, Automatic Directory Listing search option; in case you wold like to download a file found using the Search option, you have an option for downloading the entire directory. The program is optimized even for users who are behind routers or firewalls allowing the manual setting of access ports.

Pluses: Reconnects automatically on startup and provides access to virtually limitless quantities of downloadable data.

Drawbacks / flaws: For logging on to some of the hubs, you need to share a certain amount of data, otherwise you may get disconnected on grounds of not enough shared files. If you share a huge amount of data, hashing your information by DC++ seems to take forever. You cannot download from multiple users.

In conclusion: Having both advantages and a few flaws, DC++ is still a reliable application when it comes to the imperative: "I need it, and I need it now!".

Dc++ è uno dei più popolari programmi di condivisione di file . Con questo programma puoi condividere file audio, video , documenti ecc.. Puoi anche cercare e scaricare file da più hubs..


Definizioni-CSS

CSS - Cascading Style Sheets Il termine "a cascata" (cascading) richiama una delle caratteristiche principali di questa tecnologia, per cui e' possibile incorporare nel documento differenti fogli di stile, ognuno dei quali, in base a regole gerarchiche, prevale sull'altro. I CSS sono stati introdotti da Microsoft dalla terza versione di Internet Explorer, e parzialmente supportati da Netscape soltanto dalla quarta versione dell'omonimo browser.

Barzelette-Hai preso 2 in un tema?

Il padre al figlio: " Ancora una volta hai preso un 2 in un tema?"
- E` proprio strano, aggiunge il ragazzo con sorpresa, inquinamento, guerre, rapine, le
tasse che continuano ad aumentare, il prezzo della benzina che sale vertiginosamente.....
Tutte queste cose non ti fanno arrabbiare più di tanto. Però se io oso portare a casa un due
in un tema, allora ti agiti e fai un sacco di problemi.

Barzelette-Due anziani

Due anziani allo sportello delle poste:
" Ehi Bruno, lo sai che con l` Aids si muore?"
"Eh, già, perchè con l`inps ci si vive?

Barzelette-Gita in famiglia

La famiglia deve decidere dove passerà le prossime vacanze.
Dice il ragazzo annoiato: "Vorrei andare in un posto dove non vado da tanto tempo...."
Il padre grunisce: "E allora vai dal barbiere"

Barzelette-Discorsi tra ragazze

Due ragazze stanno parlando insieme, quando una sussurra all'altra, vedendo un ragazzo carino che la guarda continuamente: "Elisa, se quel ragazzo mi continua a fissare vado lì e gliene dico quattro: nome, cognome, indirizzo e telefono!"

Barzelette-Istruzioni d'uso dell'uomo

Le donne: non pretendo che Dio le dotasse di un libretto di istruzioni per noi poveri uomini, ma almeno il bottone di spegnimento poteva metterlo bene in evidenza!

Barzelette-Elefanti nella cinquecento

Come si fa a mettere quattro elefanti in una cinquecento?
Due davanti e due di dietro!
E quale dei quattro guida?
Quello che ha la patente!
Come si vede se quattro elefanti sono al cinema?
Se davanti al cinema c'è parcheggiata la cinquecento!

Barzelette-Piero e la lumaca

Pietro porta in passeggio una lumaca al guinzaglio.
- "Ciao Pietro!" - lo saluta un amico - "Hai una bellissima lumaca."
- "Avevo una ancora più bella ma mi è scappata."
Mila e Shiro giocano a pallavolo.
Ad un certo punto il pallone va sopra le rose e si buca.
Shiro decide di comprarne uno nuovo.
Arrivato al negozio vede un bel pallone e chiede al negoziante:"Quanto viene?"
Il negoziante risponde:"Sei mila!?"
Shiro risponde:"NO,so Shiro!"
Due scoregge si incontrano
-"Be... perchè quella faccia?"
-"Sai... il mio ragazzo mi ha mollata!!"
Barzelette:
-Che cos'è un ottimista?
-E' un pessimista mal informato.
Lo sapete cosa fa un gallo in mare ?
GALLEGGIA!!
Barzelette-
Due tedeschi vanno al bar e dicono:"Due Martini prego" e il barista: "Dry?" e i tedeschi:"No, zwei!".

Barzelette-CACCIATORE

Luigi chiede a una commessa di un grande Supermercato dove sia il reparto caccia.
La commessa prontamente risponde:
"Fucili e munizioni al primo piano, vestiti e stivali al secondo piano, lepri e fagiani
a terzo piano

Barzelette-Compiti Sbagliati

Pierino, perchè hai messo il papà in un angolo con la faccia verso il muro?
Pierino risponde: perchè mi ha sbagliato i compiti d' italiano e matematica e
per colpa sua le maestre mi hanno rimproverato e mi hanno messo scarso!!

Barzelette-Suocera

Una signora di mezza età perde i sensi.
Il medico, subito accorso, tranquillizza i presenti dicendo:
"Si tratta di un malore da nulla! Basterà qualche schiaffo, perchè si riprenda!"
Interviene il genero, il quale scosta il dottore ed esclama:
"faccio io! Sono vent'anni che aspetto questo momento."

Barzelette-Si tolgono i denti gratis

Una Signora va all'ambulatorio del dentista, e chiede informazioni all' infermiera:
ho sentito parlare che in questo laboratorio si tolgono i denti gratis!
l' infermiera risponde: la prima volta, sì!
La signora risponde: e la seconda volta!
L' infermiera._ Veramente .... non torna mai nessuno.

barzelette-Aumento di stipendio non è..

Aumento di stipendio
Signor Direttore, il mio stipendio non è proporzionale alle mie capacità e alle
mie attività che svolgo in questo ufficio!
Il Direttore risponde.- si, lo so ma non posso farti morire di fame.

barzelette- Un giovane medico così consigliava una signorina..

Medico
Un giovane medico così consigliava una signorina piuttosto stagionata e soggetta a continue
crisi nervose:
" Mi creda, a lei farebbe molto bene il matrimonio......"
e la signorina pronta: "Dottore, mi sposi lei "
- Ma signorina, io faccio il medico, no il farmacista

Friday, September 08, 2006

Tutto sul web 'made in China'

Centodieci milioni di utenti, 75 milioni di indirizzi Internet, tassi di crescita di poco inferiori al 150 per cento annuo. La Cina fa il boom anche in rete: ai noti indicatori di crescita economica, che accreditano il gigante asiatico come la prima forza mondiale per sviluppo e capacità di attrazione, si aggiungono oggi anche le stime sulla crescita tecnologica del paese: capace, da zero e in meno di un lustro, di superare di slancio buona parte dei paesi industrializzati e collocarsi al sesto posto nel mondo per numero di domini Internet registrati.

Il Registro del ccTLD .it, l’organismo dell’Istituto di informatica e telematica del Cnr, Iit-Cnr, che nel nostro paese assegna i domini a targa .it, ha effettuato un’approfondita analisi sulla diffusione in Cina dei “nomi” ad estensione .com, .org, .net, eccetera, che identificano in modo univoco i computer collegati alla Rete. L’Iit-Cnr di Pisa dà conto delle più recenti statistiche sulla Rete, arricchite dalle dichiarazioni del portavoce del Registro internet cinese, Yang Yu, nel numero in distribuzione della newsletter di “Focus .it”.

Il Drago cinese, attraverso il suo organismo di gestione della Rete (Cnnic), è in grado non solo di quantificare esattamente il numero di domini a targa cinese (.cn) registrati (circa 1.100.000 a gennaio 2006), ma anche l’utilizzo degli altri suffissi internazionali sul proprio territorio (1.202.497 domini a targa .com, 216.533 .net, 76.452 .org) per un totale di oltre due milioni e mezzo di nomi (in crescita del 153,9 per cento rispetto al 2005): la prima potenza dell’Asia, la sesta nel mondo.

Ugualmente impressionanti i numeri sulla crescita degli utenti: nonostante la Rete e le sue infrastrutture siano sviluppate solo nei centri urbani, escludendo quindi la stragrande maggioranza della popolazione che vive confinata nelle aree rurali, oggi la Cina conta 110 milioni di navigatori che crescono al ritmo del 20 per cento l’anno.

Yang Yu, commentando le statistiche, evidenzia la forte capacità attrattiva del Registro cinese, che già oggi offre i propri servizi anche ai clienti stranieri dando loro l’opportunità di proteggere i propri marchi commerciali sulla rete .cn.

La rivista “Focus .it”, diffusa tra le circa tremila società italiane e straniere che registrano nomi a dominio italiani, riporta anche una dettagliata statistica sul profilo degli utenti cinesi, nonché delle principali limitazioni allo sviluppo della rete Internet cinese.

A cominciare dalla censura, che coinvolge a pieno titolo i giganti dell’informatica mondiale: digitando “free Tibet” sui motori di ricerca internazionali si ottengono oltre 7 milioni di risultati, mentre sugli omologhi cinesi non si arriva alla decina.

La “radiografia” del Registro Internet cinese è accompagnata anche dai pareri dei rappresentanti di forze politiche e imprenditoriali italiane - tra gli altri il presidente della Piaggio Roberto Colaninno e il governatore della Regione Toscana Claudio Martini - e da quello, non meno significativo, degli immigrati cinesi che vivono in Italia e che hanno fatto della Rete il principale mezzo di comunicazione con i propri cari rimasti nel paese d’origine.

E’ disponibile per i giornalisti il numero della rivista in formato pdf.

Michelle Hunziker per Bottega Verde

Michelle Hunziker e' il volto che rappresenta l'azienda di prodotti cosmetici naturali Bottega Verde nella prossima campagna pubblicitaria. La showgirl e' stata preferita dall'azienda toscana che conta 220 punti vendita in Italia per a sua bellezza spontanea. Nella pubblicita' che partira' in autunno, Michelle e' ritratta con un abito verde di veli di chiffon che si muovono attorno al suo corpo mossi dal vento.

Microsoft in campo su cybercrime

Anche la Microsoft scende in campo contro la pirateria informatica. Lo rileva l'Ad di Microsoft Italia Marco Comastri. 'Collaboriamo da anni con la Polizia Postale e con l'Autorita' Giudiziaria italiana per prevenire e combattere il fenomeno - dice Comastri - il solo 'spamming' quest'anno e' costato, a livello mondiale, 50 mld di dollari. Il cosiddetto 'phishing', cioe' la falsa richiesta di dati personali via Internet, potrebbe crescere del 115%, da qui al 2008'.

Gisaid: etico ed efficace contro il virus dell’influenza aviaria

Il virus dell’influenza aviaria ha rappresentato un modello imprevedibile e senza precedenti di come una “banale influenza” si possa diffondere in tutto il mondo.

La comunità scientifica è concorde nel ritenere il virus H5N1 come il probabile capostipite del prossimo virus pandemico per il genere umano; per questo motivo la sua evoluzione genetica deve essere strettamente monitorata e studiata in tempo reale.

L’annuncio che ha concretizzato questa presa di coscienza è arrivato sotto forma di lettera aperta pubblicata su Nature: 70 tra i maggiori esperti mondiali del virus H5N1, tra i quali anche sei premi Nobel, si sono uniti per fondare la Global Initiative on Sharing Avian Influenza Data (Gisaid).

Si tratta di un consorzio internazionale, promosso da un’iniziativa tutta italiana, che ha come scopo la tutela e la condivisione dei dati scientifici fino ad ora ritenuti top-secret: il libero accesso ai database permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di comprendere meglio i meccanismi di patogenicità e le dinamiche di diffusione dell’epidemia.

L’importanza del network Gisaid sta proprio nel favorire e promuovere, tra ricercatori di tutto il mondo, lo scambio di informazioni relative al corredo genetico dei virus influenzali, salvaguardando in modo particolare le proprietà intellettuali dei Paesi in via di sviluppo.

Infatti, anche se in Italia il virus ha colpito soltanto in modo marginale, molte zone del mondo continuano a risentirne fortemente dal punto di vista sanitario. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il virus minaccia di mietere oltre 150 milioni di vittime.

L’influenza aviaria è diventata una vera e propria malattia: è arrivata da poco in Africa, dove è alto il rischio che diventi endemica e provochi un disastro umanitario.

Il consorzio internazionale è un importante traguardo, il cui merito va riconosciuto principalmente a Ilaria Capua, direttore dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, centro di riferimento nazionale sull’influenza aviaria e a livello internazionale per l’Organizzazione della Salute Animale (Oie).

La dottoressa Capua, infatti, nel marzo scorso ha lanciato un accorato appello sulla prestigiosa rivista Science nel quale esortava i suoi colleghi a rendere pubblici i loro risultati.

Seguendo il suo esempio, i massimi esperti del settore si sono rifiutati di pubblicare le sequenze geniche del virus negli archivi riservati dell’Oms, per offrirli ad un sito di libera consultazione: GenBank.

La dottoressa Capua ha tenuto a precisare che non si è trattato di una sfida, ma di un forte invito alla riflessione: quando il rischio per la salute pubblica è di proporzioni mondiali è eticamente ingiusto, oltre che pericoloso, limitare il sapere a pochi.

L’iniziativa, senza precedenti, ha minato la mentalità conservatrice di buona parte del mondo scientifico. La riluttanza alla pubblicazione dei dati sull’influenza aviaria aveva soltanto una buona ragione: la preoccupazione di generare inutili allarmismi che avrebbero influito negativamente sull’economia dei Paesi maggiormente colpiti dall’epidemia.

In realtà i dati erano tenuti segreti per altre motivazioni molto meno nobili: in primo luogo, alcuni governi non avrebbero pagato volentieri eventuali royalties a chi fosse riuscito a sintetizzare per primo il vaccino; in secondo luogo, alcuni ricercatori sono da sempre colpiti dalla sete di fama e cercano di pubblicare articoli più o meno sensazionali su riviste scientifiche accreditate.

Fortunatamente esistono ancora molti ricercatori etici.

Gisaid ripercorre gli intenti del Progetto Menoma Umano e del Progetto HapMap, ma è l’unico ad essere mosso da un’emergenza sanitaria. Il consorzio apre nuove prospettive sulla gestione veloce ed eticamente corretta di dati scientifici utili alla comunità scientifica